Uno dei primi fantasmi segnalati nell’isola britannica, in una speduta landa desolata in Cornovaglia, sembra si sia manifestato presso un antico tumolo, vicino al castello di Rillanton.
L’uomo, all’apparenza era un sacerdote druido avvolto in una lunga tunica, si avvicinava ai passanti e porgeva loro una coppa contenente una bevanda magica, senza dire parole.
Si narra che tra i tanti un nobiluomo che passava proprio lì accanto a tarda notte, dopo una battuta di caccia, vedendo un vecchio accanto al tumulo che porgeva la coppa si fosse fermato per capire cosa chiedesse o facesse lì.
Il vecchio offrì al passante la coppa con il liquido. L’uomo prima rifiutò di bere, poi cedette alla sete e consumò avidamente il contenuto. Arrivato alla fine si rese conto che la coppa si era di nuovo riempita e bevve nuovamente. Capitò ancora che la coppa si riempisse e, con l’idea di essere preso in giro dal vecchio, l’uomo gli gettò in faccia il contenuto.
Il fragile vecchio non proferì parola, ma fece un sorriso sardonico e il nobiluomo si allontanò velocemente al galoppo. Pochi giorni dopo lui e il suo cavallo vennero trovati morti.
Nel 1837 degli scavi effettuati da alcuni archeologi attorno al tumulo del castello di Rillaton portarono alla luce uno scheletro che non era mai stato sepolto con accanto una coppa d’oro. L’ipotesi che si potrebbe avanzare è che lo spettro del corpo proponesse la coppa con il liquido mortale per vendicarsi del fatto che non gli avevano dato degna sepoltura. Non è dato di sapere se, dopo il ritrovamento dell scheletro, altri passanti abbiamo visto o siano venuti in contatto con lo spettro.
Una curiosità: Giorgio V conservava i suoi bottoni per i colletti proprio in questo manufatto risalente all’età del bronzo, ora la coppa è in mostra al British Museum.