Il destino dell’anima dell’uomo

di Gianni Commenta

 

Esiste una vita dopo la morte? E in caso contrario, che senso avrebbe la vita umana se non fosse così? Quale scopo avrebbero la morale o il buon comportamento se tutto finisse al finire della vita?

Le menti sono destinate a “spegnersi” e il corpo alla decomposizione? Per l’uomo questo concetto è probabilmente sempre sembrato inaccettabile per questo, dall’alba dei tempi, ha continuato a discquisire sull’anima umana cercando risposte che potessero soddisfarlo.

L’uomo voleva sentire di avere una speranza, di sapere che non sarebbe morto, che avrebbe portato con sé le sue esperienze, i suoi ricordi e le conoscenze in un mondo che andava oltre il suo tempo con il corpo che aveva.

Alcuni studiosi e scienziati hanno fatto veri e propri esperimenti, tanto da dimostrare che l’anima umana esiste al punto che, quando avviene la morte, il corpo diminuisce di peso in termini di circa ventun grammi, che sarebbe il peso dell’anima.

Molte tribù anche primitive credevano che l’anima fosse situata all’interno della testa. Il vecchio James Kidd che aveva lasciato tutti i suoi averi affinchè si  dimostrasse, attraverso fotografie e misure, che l’anima esiste è solo uno dei tanti esempi che spiegano quanto l’uomo ritenga sia importante dimostrarlo.

Ebbe a che fare con il caso Kidd il giudice Robert Meyer, della Corte Suprema di Maricopa, Phoenix. Appena si seppe dell’eredità di Kidd la sua vita venne sconvolta. Ricevette incredibili quantità di lettere e telefonare, le udienze si trasformarono in lotterie. In palio c’era un premio di 200.000 dollari per chi avesse dimostrato l’esistenza dell’anima.

Il suo compito non era per niente facile. Come prima cosa accertò la validità del testamento, ma… a chi assegnare il denaro? Chi avrebbe potuto risolvere il caso dell’esistenza dell’anima? Il quesito impegnò il giudice per anni e alla fine, dopo la sua decisione vi furono diverse battaglie legali per quel denato, ma la cosa buffa è che Mayer, verso la fine del processo, ricevette una lettera, di cui veridicità non è mai stata provata, firmata da Kidd enlla quale si diceva vivo e vegeto, oltre che speranzoso.