Il capitano Patton faceva parte dell’esercito americano e nel 1917 fu inviato in Francia per dirigere una scuola militare. Giunto a Langres, dove non era mai stato, rifiutò l’offerta di un ufficiale francese di mostrargli la città.
L’ufficiale americano disse al collega che non ce n’era bisogno, perchè conosceva bene la città. Ma com’era possibile se non era mai stato lì? La città nell’antichità era stata un campo militare romano e Patton, fermamente convinto della reincarnazionene, era convinto di essere già stato lì come legionario.
L’uomo visitando i dintorni, pur non essendo mai stato lì in quella vita, seppe indicare gli esatti punti dove si trovavano l’anfiteatro, gli antichi templi romani, il Foro e la piazza d’armi.
Riconobbe anche l’esatto punto dove Giulio Cesare aveva eretto il suo accampamento quando era stato lì.
Patton probabilmente credeva che i suoi successi odierni in battaglia e in guerra dipendessero dal fatto che aveva preso parte a tantissime battaglie in passato, nelle sue vite precedenti. Non faceva certo mistero di questa sua convinzione e una volta, in Africa, quando un generale inglese si complimentò con lui per il suo operato dicendogli che sarebbe stato un ottimo maresciallo napoleonico, l’ufficiale americano si limitò a dire che in effetti lo era stato.
George Smith Patton ricordava anche di essere stato un cartaginese che difese una città in Tunisia e trovò le rovine della città, e in più riprese ripetè d’essere vissuto durante il periodo napoleonico e aver fatto parte dell’esercito.
Era prima di tutto un uomo con delle convinzioni personali molto forti. Aveva la certezza di aver vissuto tante vite e di essersi reincarnato e non ne faceva mistero. Comportamento coraggioso, ma oltre a questo ricordava perfettamente il suo passato, come pochi riescono a fare ed è sempre stato in grado di provare ciò che sosteneva. Forse per questo non hanno mai messo in dubbio le sue parole.