Il rito della tribù dei Kuna, dell’istmo di Panama, è un rito di sangue in cui le fanciulle versano il loro sangue per la prima volta.
Il rito è compiuto ed assistito dalle anziane, cioè donne che hanno vissuto tutte le fasi della vita femminile e che possiedono tanta saggezza.
Il rito procede così: le anziane fanno sdraiare sul suolo la giovane donna, si siedono intorno e fumano lanciandole addosso della terra per ricoprire il suo corpo. Durante la fumata, le anziane intonano i canti sacri ed invocano la Dea Mu, protettrice dei Kuna e generatrice del Sole, della Luna, delle Stelle, degli animali e di tutta la lussureggiante vegetazione.
Dopo essere stata sovrastata da terra, la ragazza si alza, e leva il terriccio e le anziane le cospargono il viso col succo purpureo di Saptur, pianta cresce in una caverna poco distante dal luogo del rito e in cui sono seppelliti i morti della tribù.
Secondo la tradizione, si pensa che la linfa rossa sia il sangue mestruale di Mu. Dopo essere stata dipinta la ragazza è pronta per entrare nella sacra capanna di Inna, dove viene celebrato il rito d’iniziazione, e le tagliano i capelli.
I capelli che cadono a terrà sono la metafora dell’infanzia, la fanciulla si spoglia della sua infanzia, che dona a Inna e accede ad una nuova fase della sua vita … essere donna.
Nel rituale sono presenti temi simbolici che richiamano la morte e il passaggio alla vita nuova, difatti l’albero dal succo di porpora cresce in mezzo ai morti, ma nello stesso tempo rappresenta il sangue di Mu, il sangue della vita, della fertilità, della bimba che da vergine diventa donna in grado di far nascere una nuova vita, la copertura di terra fa pensare alla sepoltura che si dà ai defunti, il taglio di capelli rappresenta la morte di ciò che si era e la rinascita.
Delle tribù di nativi americani sono sicuri che la donna nel periodo mestruale possiede un grande potere poiché è direttamente connessa con l’energia primordiale della Grande Madre. La parola “mestruo”, deriva sia da “mese”, sia da “misura” e da “luna” (dal latino men e dal greco mens, menos), ma la sua radice “me” o “ma” richiama forse il “mana”, l’energia immanente che per i melanesiani permeava ogni cosa esistente sulla Terra.
In alcuni popoli il sangue femminile era connesso al serpente e ai suoi simboli di ciclica rigenerazione. Il serpente, per via del suo cambio di pelle, rappresenta morti e rinascite che fanno parte della vita dell’individuo, i diversi momenti di passaggio.
il serpente essendo connesso alla luna ed alle acque, alla terra e alla fertilità, è inseparabile dalla Donna e dal suo sacro flusso.
Fonte Ilcalderonemagico