Nel 1886 Edmund Gurney, uno dei fondatori della SPR (società di Ricerca Psichica) scrisse insieme a Frederic Meyers e Frank Podmore, il libro Phantasms of the Living, ovvero “Fantasmi dei vivi“.
L’opera richiese tre anni di lavoro e si sviluppò in due volumi. Erano catalogati nelle fitte pagine circa settecento casi di apparizioni di defunti appena morti o apparizioni di “crisi”, come venvano chiamate.
Queste però non venivano ritenute vere esperienze fuori dal corpo, visto che avvenivano dopo la morte. Le migliori testimonianze furono ritenute quelle in cui casi di persone raccontavano di essere “uscite dal corpo” come essere spirituale per recarsi altrove.
Ci fu il caso di un uomo, membro della sociatà, che dichiarò di essersi materializzato nella camera da letto di due signore amiche sue vestito da sera. Le due donne, che abitavano a tre miglia di distanza dalla sua abitazione affermarono di averlo visto materializzarsi nella loro stanza, accanto ai letti, vestito di tutto punto.
Gli autori del libro conclusero poi che, grazie alla telepatia, poteva essere che le persone fossero in grado di esercitare influenze mentali su altri senza in realtà compiere viaggi fuori dal corpo. Altri studiosi invece sostennero che i viaggi dovevano davvero aver avuto luogo.
Il ricercatore francese Adolphe d’Assier era convinto che, oltre al corpo materiale, ve ne fosse uno molto più rarefatto, un’entità che sopravvive alla morte del corpo fisico.
Meyers abbracciò questa teoria e affermò che esistevano prove inconfutabili di ciò. Ne parlò nel suo libro “La personalità umana e la sua sopravvivenza dopo la morte fisica” che però rimase incompleto e fu pubblicato postumo, cioè dopo la morte dell’autore.
La SPR e la SPR americana raccolsero moltissime prove a sostegno delle esperienze extracorporee. Lo spiritismo sosteneva che si potessero fare sia prima che dopo la morte e offriva spiegazioni a questi fenomeni.
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