Oggi torneremo a parlare della popolazione celtica, una delle più belle ed affascinanti al mondo. In particolare oggi indagheremo sulle Rune, l’antica scrittura nordica nata più di duemila anni fa.
Le rune
La scrittura runica che viene detta anche Futhark (in base alla pronuncia dei primi sei segni), è la più antica scrittura alfabetica che è stata adottata dai popoli del nord. Le Rune non sono altro che lettere dell’alfabeto sacro che i popoli nordici usavano già più di 2000 anni fa.
Per ora, non è ancora noto il periodo preciso in cui entrano in uso presso determinate popolazioni, ma la cosa sicura è che prima di assumere il valore di un vero alfabeto, venivano usate con valenze dai significati magici.
Sono millenni che l’essere umano ha consultato le Rune, da quelle tracciate col fuoco sul legno, dipinte col sangue di un animale sacrificato, incise su pietre rupestri, sul tronco di alberi sacri, su armi ed armature, su superfici di legno o d’osso, su ornamenti e amuleti, ed ogni runa è un segno grafico divinatorio pieno di valenze esoteriche e di conoscenze magiche ed arcaiche.
Una volta, nell’antichità, chi sapeva leggere le Rune era tenuto in molta considerazione e le sue personali interpretazioni non venivano mai discusse.
Per chi non lo sapesse, le rune non hanno solo il significato di protezione, ma anche di mistero, difatti tutto l’alfabeto runico ha un profondo significato religioso ed anche spirituale.
Numerose iscrizioni runiche sono state rinvenute in tutta l’Europa occidentale, su monumenti in pietra, oggetti metallici quali punte di lancia o amuleti.
La più antica iscrizione che è stata trovata risale alla metà del III secolo. Tra il IV e il XII secolo le rune furono molto diffusamente e sono sopravvissute più di quattromila iscrizioni e manoscritti.
Una forma particolare di scrittura runica fu impiegata in Scandinavia nel Medioevo in alternativa all’alfabeto latino usato dagli ecclesiastici, e un uso occasionale delle rune sopravvisse nella Svezia rurale almeno fino al XVII secolo.
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