L’Hom Dai era una vera maledizione egizia? È inutile negarlo, un po’ tutti ci siamo chiesti se questa tragica maledizione che apparve nel primo film de “La Mummia” dei primi anni 2000 fosse vero o meno.
Hom Dai realtà o fantasia?
Come potete intuire l’Hom Dai è una maledizione creata appositamente per il film dagli autori. Non vi è, cercando negli archivi egiziani, un simile incantesimo o procedimento che ricordi se pur lontanamente la maledizione alla quale viene sottoposto Imhotep, uno dei protagonisti del film. Il suo nome ricorre nella storia dell’Antico Egitto in realtà ma non nel modo in cui il personaggio viene proposto all’interno del film.
E per ciò che concerne la punizione per chi si macchiava di gravi delitti, oltre la condanna a morte poteva essere applicata una scarsa attenzione alla mummificazione ad esempio, ma non si hanno riscontri di rituali simili all’Hom Dai.
Gli autori si saranno pure presi una licenza poetica nel dar vita a questa maledizione terribile, ma questo non significa che l’anntico popolo del Nilo non credesse alla magia. È stato infatti rinvenuto di recente in questi ultimi anni un volume, risalente all’alto Medioevo, nel quale erano elencate tutta una serie di incantesimi e rituali in lingua copta, utilizzata in Egitto intorno a quegli anni. Presumibilmente l’elenco degli incantesimi era stato formato nel corso dei secoli in base a quella che era stata l’esperienza della popolazione egiziana con alcune malattie.
La maledizione dei Faraoni tra storia e leggenda
Una maledizione tra realtà e leggenda e quella che è tramandata come la “Maledizione dei Faraoni “per eccellenza, ovvero quella legata a Tutankhamon e alla scoperta della sua tomba. L’inizio della leggenda che si dipana attorno al Faraone bambino nasce tra il 4 e 5 aprile del 1923 nel momento in cui un uomo, delirante per la febbre, farfuglia parole scommesse tra le quali “è finita, ho sentito il richiamo mi preparo.” Si racconta che contemporaneamente tutta la città del Cairo cadde nel buio, che a Londra il cane dell’uomo ulullò alla luna per poi accasciarsi a terra privo di vita.
L’uomo in questione era Lord Carnarvon, il finanziatore e cercatore nella tomba di Tutankhamon.
È vero, diverse morti sospette si sono avvicendate nel gruppo di coloro che si occuparono della scoperta della tomba del faraone bambino ed effettivamente sull’entrata della tomba, scritto in geroglifici, vi era “la morte scenderà rapidamente su colui che ha turbato il sonno del faraone“. Ma da qui a dire che esista certamente una maledizione legata al nome Tutankhamon ce ne vuole. Molte delle morti possono essere considerate naturali, alcuni fatti coincidenze.
Certo la leggenda è stata alimentata a dovere: che dire del canarino di Lord Carnarvon che venne divorato da un cobra all’entrata della tomba? Coincidenza? Certo, ma non si può far finta di non sapere che questo serpente è simbolo dello spirito protettore del corpo del faraone.