Nel Medioevo il pensiero cabalistico e la magia ebbero gran peso all’interno delle società di quel tempo edin seguito al dilagare di queste teorie e pratiche, Cornelius Heinrich Agrippa, che visse in Germania tra il 1400 e il 1500, scrisse sui numeri e la loro consacrazione alle divinità dicendo che le creature celesti li temono e gli uomini tremano di fronte ad essi.
Scrisse un libro, che pubblicò molti anni dopo averlo scritto, intitolato “De occulta philosophia libri tres“, su cui continuò a lavorare per vent’anni. Non ci sono prove che sia stato perseguitato per il suo credere e praticare la magia, ma ebbe moltissima influenza su Giordano Bruno.
Oltre ad essere mago era moltissime altre cose tra cui medico, teologo, filosofo e alchimista e riteneva che la Pietra Filosofale esistesse e potesse, non soltanto trasformare in oro il piombo, ma curare da tutte le malattie e rendere la vita più lunga.
Agrippa era profondamente convinto che l’universo avesse un’anima e un corpo e che quest’ultimo fosse composto da quattro elementi: acqua, fuoco, terra e aria e il loro interagire desse luogo agli oggetti. Fu uno degli esponenti più dotti della scuola di magia e astrologia di quei tempi.
Il mago era anche convinto che l’uomo non fosse altro che una miniatura dell’universo e dello stesso Dio, e che tutte le cose erano compenetrate dallo Spirito Universale ed avevano però anche dei poteri occulti per i quali era necessario avere fede e utilizzare il misticismo.
In quanto alchimista non era d’accordo con quelle persone che, alla ricerca della pietra filosofale o del modo per diventar ricchi, finivano poveri e accattoni senza aver fatto nulla per aiutare gli altri, attraverso le scoperte proprie dell’alchimia. Era convinto che la magia esistesse, ma che tanti falsi maghi ne approfittassero per scopi personali. Durante la vita difese donne accusate di stregoneria e per questo fu al centro di accese polemiche.