Abbiamo già trattato un pò in generale dei luoghi sacri che ci sono disseminati sul pianeta e che fanno parte di mitologia o credenze locali. Stavolta ci concentriamo sugli antichi Greci. Anche loro avevano un “ombelico del mondo”.
La mitologia greca narra che un giorno il re degli dei e degli uomini, il possente Zeus decise di scoprire quale fosse il centro del suo regno. Liberò quindi due maestose aquile alle estremità del mondo in modo che volando su tutta la terra trovassero il punto esatto, il centro del suo impero.
I grandi uccelli volarono sopra l’intera Terra alla sua ricerca fino a che riuscirono a trovarlo. I due rapaci si rincontrarono nella fertile vallata di Delfi, precisamente sul versante sud del monte Parnaso. Questo monte è esattamente al centro della Grecia e domina la città di Delfi.
Il punto segnalato dalle aquile venne contrassegnato da un sasso chiamato “omphalòs” che in greco vuol dire proprio ombelico e proprio in quel punto venne edificato il tempio al dio Apollo che divenne sede dell’oracolo della città.
“L’oracolo di Delfi” veniva consultato praticamente da tutti, re e schiavi ed era il più importante dell’antica Grecia. Apollo rappresentava poi il tramite, l’anello di congiunzione, tra il possente Zeus e gli uomini.
All’interno del tempio c’era la sacerdotessa, la Pizia, che sedeva sun baratro in una grotta ubicata sotto il tempio e che inalava i fumi e vapori che uscivano dalla Terra. Con questi spesso cadeva in trance ed era in grado di predire eventi futuri. Le parole della Pizia venivano trasformate dai sacerdoti in versi e considerate profezie divine. Queste sacerdotesse venivano scelte tra le famiglie povere di contadini, passavano la loro vita all’interno del tempio e dovevano mantenere il nubilato. All’inizio erano giovanissime, ma poi cedevano alla seduzione maschile, così si optò per cinquantenni. Ce n’erano fino a tre nel tempio perchè spesso finivano intossicate dai vapori.
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