Il manicomio di Aguscello e il terribile suicido che avvenne tra le mure di una stanza dell'edificio. La morte del piccolo Filippo Erni.
“Esiste però una stanza, ormai luogo di visite assidue, che desta più di tutte l’attenzione, probabilmente perché luogo di una morte orrenda, di una storia che viene spesso raccontata e che mai si potrà dimenticare. La storia del piccolo Filippo Erni, nel prossimo articolo…”
E’ così che vi ho lasciato nello scorso articolo, dove vi ho raccontato la storia inquietante del vecchio, ormai chiuso, manicomio di Aguscello. Come promesso oggi vi racconterò la storia di quella stanza, la storia che ha come protagonista un piccolo paziente di nome Filippo Erni, che lì dentro perse la sua giovane vita.
Ma prima di raccontarvi quello che è successo, volevo fare un passo indietro, aprire una piccola parentesi per spiegarvi quello che si dice sia il perché della chiusura del manicomio. Molte sono le teorie: c’è chi dice che sia stato chiuso per un incendio, chi dice che la causa fu lo scoppio di una grave epidemia virale che uccise tutti i pazienti, che furono lasciati marcire dalle suore agli ultimi piani dell’edificio, per salvare, si dice, almeno il personale, i quali poi seppellirono i corpi in una fosse comune e se la diedero a gambe. Infine esiste la versione che viene più spesso raccontata, il suicidio del piccolo Filippo Erni, che causò appunto i battenti del manicomio per negligenza.
Il giovane Filippo Erni era un bambino colpito da una grave forma di schizofrenia, si narra che un giorno, stremato dai metodi educativi rigidi e violenti a cui le suore lo sottoponevano, impazzì: uccidendo alcuni dei suoi compagni. Venne dunque rinchiuso all’ultimo piano, nell’edificio che ospitava i pazienti più pericolosi. In una notte, preso dai suoi attacchi di isterismo, si gettò dalla finestra della sua stanza e dunque perse la vita.
Da allora gli amanti di fantasmi che fanno visita nel manicomio raccontano che se si possono ascoltare le grida dei piccoli pazienti uccisi, e che se ci si addentra nella stanza del suicidio si può avvistare la figura di un bambino di circa 12 anni, biondo, dall’espressione accigliata e un po’ folle, che corre per la stanza urlando ed infine si getta dalla finestra, intrappolato per l’eternità nella sua follia e ripetendo notte dopo notte il suo suicidio.