Nello scorso post abbiamo iniziato a parlare del fenomeno del deja vù e delle sue possibili cause. Abbiamo visto che non si ha una precisa teoria, ma sono semplicemente ipotesi che cercano di spiegare da dove verrebbe questa strana sensazione di ricordo. Oggi continuando a parlare dell’argomento e spiegheremo il processo catatimico , processo che avverrebbe quando si ha appunto il famoso deja vu.
Il processo catatimico è un processo psicologico, che influenza il profondo della nostra psiche, producendo stimolazioni e provocando, quindi, insoliti fenomeni psichici e anche paranormali; esso infatti provoca un fatto sinestesico, cioè mette in atto quel fenomeno per cui una sensazione corrispondente ad un determinato senso che viene associata a quella di un senso diverso; ad esempio, quando si ha la sensazione di un colore, udendo un suono. Il dejavù quindi non sarebbe altro che un associazione che il piano affettivo-emotivo crea, formando di conseguenza un immagine.
“Pertanto un individuo che si trovi in luogo che gli desti sensazioni uguali a quelle che un altro luogo gli ha destato in un altro momento, le recepisce sul piano affettivo. Al momento di trasferire sul piano cosciente finisce con l’identificarle con il luogo in cui si trova, credendo di riconoscerlo, mentre invece rivive una semplice forma emozionale trasferita e camuffata sul piano mentale.
Un altro esempio che possiamo fare per capirci meglio è questo: supponiamo che una persona si trovi in un determinato posto. Fra le varie sensazioni che riceve, ecco una musica. Egli non la registra mentalmente; regalata nella memoria inconscia, la melodia gli crea solo uno stimolo emotivo completamente trascurato dalla sfera razionale. Immaginiamo poi che la stessa persona, dopo un tempo indeterminato, si trovi in un altro luogo, diverso dal primo. Per una coincidenza ode ancora la stessa musica che aveva registrato emotivamente. Può prodursi, in tal caso, un’azione dell’inconscio che, facendo risalire alla superficie della coscienza l’esperienza emozionale, trasferisce sul “luogo” il ricordo della musica, identificandolo in questa. Si avrà così la sensazione di trovarsi in un ambiente già conosciuto, mentre invece non si farebbe che rivivere un’esperienza emozionale.”
Fonte: http://www.unknown.it/ipotesi/deja-vu-la-paramnesia/