Roma è una città antica e per questo motivo piena di fantasmi e presenze che la hanno accompagnata, alcune, anche per diversi secoli. Vediamo insieme quali sono gli spettri più famosi e interessanti che si possono incontrare camminando per le strade della città.
Beatrice Cenci e Mastro Titta
Il fascino paranormale di Roma è eguagliabile da ben poche altre città antiche: nel suo caso quello che è il suo meraviglioso tesoro artistico e archeologico è completato dall’alone di mistero che la città esotericamente offre, soprattutto quando si parla di presenze, che sono davvero di ogni tipologia e corredate da storie affascinanti e coinvolgenti. Uno dei fantasmi della Capitale più noti è senza dubbio quello di Beatrice Cenci, che girerebbe attorno all’omonimo palazzo e al suo interno e che l’11 settembre, anniversario della sua decapitazione, si presenterebbe nei pressi di Ponte Sant’Angelo camminando con la sua testa sotto il braccio.
E che dire di Mastro Titta, celebre boia capitolino? Giovanni Battista Bugatti è una dei personaggi romani più conosciuti: il numero di teste che fece saltare dal 22 marzo 1796 al 1864 fu impressionante. Si parla infatti di ben 516 servizi tra giustiziati e suppliziati. La sua vita è di certo stata costellata di atti che, per quanto autorizzati, devono comune aver lasciato il segno sulla sua anima. E sono abbastanza recenti, in tal senso, i racconti relativi alle apparizioni di Mastro Titta alle prime luci dell’alba che con i suoi vestiti da lavoro passeggerebbe presso i luoghi dove eseguiva le sentenze quando era in vita e quindi ai Cerchi nelle vicinanze della chiesa di S. Maria in Cosmedin, a Piazza del Popolo e presso piazza di ponte S. Angelo dove sono diverse le testimonianze che lo hanno visto apparire davanti un’antica abitazione sita all’angolo tra Via Paola e Lungotevere degli Altoviti.
Alcuni hanno addirittura raccontato di averlo visto offrire una presa di tabacco: un presagio di sventura secondo la tradizione romana, dato che il boia di Roma facev lo stesso con i condannati a morte poco prima che venissero giustiziati.
Angelo Targhini e Leonida Montanari
Parlando di persone giustiziate da Mastro Titta non si può non chiamare in causa, tra le presenze più curiose della cittadina, quella di Angelo Targhini e Leonida Montanari, i due carbonari ingiustamente condannati a morte per un aggressione finita male di un loro compagno di rivoluzione appartenente alla nobiltà.
Su di loro Luigi Magni creò quel capolavoro che è il film “Nell’anno del Signore“: si racconta che i due, senza testa, spaventino ancora chi ha il coraggio di passare a Muro Torto, luogo della loro prima sepoltura, dando addirittura consigli e numeri del lotto a chi non rimane turbato dalla loro presenza.