Oggi ancora per la sezione “fantasmi” vi racconterò una storia di un fantasma, che si narra in un paesino vicino la mia città, Bari.
Nel 1545 in un piccolo paesino di nome Sannicandro, viveva una giovane fanciulla, Mencia, il suo carattere era abbastanza irrequieto, un po’ libertino e passionale, amava vivere la vita secondo le sue regole, e odiava essere imposta e costretta a vivere una vita che non voleva.
Si innamorò infatti, di un ufficiale spagnolo, furono il suo accento straniero e la dolcezza di quell’uomo a farle perdere la testa, e anche quel senso di libertà che lui emanava, forte e sicuro di se, libero di fare le sue scelte. Contro tutti, Mencia decise di scappare con il suo amante, non avendo soldi a sufficienza, li rubò, non si sa da chi, forse da qualche suo parente o amico.
Ma il loro viaggio non durò allungo, i due amanti furono rintracciati, arrestati, interrogati, ed infine l’ufficiale spagnolo fu condannato a morte per impiccagione, e costrinsero oltre tutto, Mencia, ad assistere a quella terribile condanna, invece per lei la condanna fu diversa, ma molto molto più crudele della morte.
Mencia fu costretta a sposare un uomo meschino, ricco che accettò di averla in moglie nonostante il “disonore” che portava con sé. Tutto ciò che lei aveva sempre odiato ora doveva sopportalo, l’uomo ogni notte si divertiva a violentarla e picchiarla, e nessuno veniva in suo soccorso, nonostante le urla strazianti che lei lancia ogni notte. La gente pensava che era la punizione adatta ad una donna come lei, era scappata rubando dei soldi, ora li aveva, ma doveva subire, doveva essere punita per ciò che aveva fatto.
Mencia, poco dopo, perse la cognizione del tempo, ogni notte rassegnata attendeva con terrore e ansia, l’uomo che l’avrebbe picchiata, ma per quanto una donna poteva sopportare tutto ciò? Non era meglio la morte a questa vita? Ingerì il veleno, che piano piano le bruciò gli occhi e poi tutto il resto degli organi, facendola morire lentamente.
Si racconta ancora oggi, che il fantasma di Mencia, vaghi ancora per le scale del Castello di Sannicandro, indossando un abito elegante, con le sue orbite vuote e nere, ma finalmente felice, perché le fa compagnia l’ufficiale spagnolo, il suo amato, che avanza accanto a lei gemendo per i corridoi del castello, con i segni della corda ben visibili sul collo.