Di famiglio si parla davvero poco. Solo gli appassionati di magia e di tradizioni popolari spesso hanno presente di cosa si parla quando viene nominato. Cerchiamo di richiamarne insieme le origini.
Cosa è il famiglio
Il famiglio è una creatura che spesso accompagna chi pratica l’alchimia e ancor di più la magia. Di solito viene richiamato all’interno di film, videogiochi e attività a tema fantasy. Nella tradizione magica veniva spesso considerato un demone minore, richiamante in qualche modo i lari romani e il loro essere divinità domestiche. Di certo erano animali o piante che avevano un legame particolare con il proprio padrone e che potevano donargli benefici particolari.
Gli alchimisti in particolare li consideravano homunculus, ovvero degli esseri creati in modo artificiale a cui veniva dato il dono del movimento e della coscienza come avveniva con i golem ebraici ma su scala molto più piccola. C’era anche chi li considerava degli spiriti associati agli elementi fondamentali che assumevano l’aspetto di folletti.
L’immaginario più diffuso al presente è senza dubbio quello dell’animale che si accompagna alla strega o al mago aiutandolo e proteggendolo. La tradizione vuole che famiglio diventi famoso in periodo medioevale perché riguardante l’accoglienza all’interno della propria corte o famiglia di terze persone da parte del signorotto del basso medioevo.
Accezione stregonesca del termine
L’accezione stregonesca è quella subito successiva. E vede il famiglio essere una creatura di solito associata al male come i topi, spesso per via delle malattie che erano in grado di trasmettere. E ancora rospi, gatti, lucertole e donnole. Talvolta anche il serpente era considerato un famiglio, insieme a pipistrelli e corvi. Non è un caso che le principali favole concernenti stregoni e streghe vedano la presenza attorno a questi di corvi, ad esempio. Nel loro caso però vi è anche un collegamento diretto alla morte perché nell’antichità si nutrivano di resti umani.
Il famiglio, per tradizione popolare, rappresentava gli occhi e le orecchie di coloro che praticavano la magia e il mezzo con il quale entrare in contatto con il mondo sovrannaturale. Dobbiamo tenere conto del fatto che questi animali erano comunque capaci, per loro natura, di intrufolarsi e raggiungere qualsiasi luogo. Per questo si riteneva potessero ascoltare, guardare e riportare al proprio padrone.
Per un periodo i cacciatori di streghe pensarono addirittura che questi si nutrissero del sangue e del proprio padrone per rafforzare il legame con lui. A prescindere da particolari più o meno macabri, il famiglio era comunque un animale che aveva un rapporto di affezione con la strega o l’erborista al quale apparteneva.