Esoterismo e spiritualità sono due tematiche abbastanza complesse sul quale l’uomo si è spesso interrogato e tutt’ora continua a farlo. Entrambe sono gli elementi portanti di un percorso che ogni individuo cerca di portare avanti, sono alla base della ricerca interiore che molti uomini vogliono cercare di approfondire. Eppure esoterismo e spiritualità sono caratterizzate da un grandissimo paradosso. Vediamo quale.
La domanda che ci si deve porre è la seguente: è possibile che l’uomo sappia e conosca veramente qualcosa della realtà, qualcosa del mondo, se è parte integrante di quella realtà e di quel mondo? E’ difficile, cioè, ricercare qualcosa quando se ne fa parte in prima persona. Funziona così per tutto, non solo per l’uomo. Anche per gli animali può essere applicato lo stesso identico discorso che ben fa capire il paradosso che caratterizza la spiritualità. I pesci che vivono nel mare e che non conoscono dimensione diversa da quella acquatica potranno mai comprendere il significato del mare in senso lato o, facendone parte, avranno sempre una visione parziale dell’ambiente nel quale vivono?
Quando si fa delle domande per cercare di approfondire il percorso relativo alla spiritualità, l’uomo è sia l’oggetto, sia il soggetto della propria ricerca. L’uomo è colui che si pone delle domande ma è anche l’individuo al quale quelle stesse domande vengono rivolte. Ha un doppio ruolo, dunque, che di certo non lo aiuta. E’ troppo coinvolto in prima persona nel mondo che lo circonda per riuscire a darsi risposte oggettive e totali su quello stesso mondo in cui vive.
E’ questo insomma il più grande paradosso quando si parla di spiritualità: che per conoscere veramente un oggetto, bisogna essere qualcosa di distinto da esso. Cosa che non può essere l’uomo, costretto a vivere in una dimensione che è lo stesso oggetto delle sue indagini.
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