Oggi torneremo a parlare di esorcismo, la preghiera che la Chiesa adopera contro il potere del Demonio. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica al n°1673 si trova la seguente definizione:
“Quando la Chiesa domanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l’influenza del Maligno e sottratto al suo dominio, si parla di esorcismo. (…) In una forma semplice, l’esorcismo è praticato durante la celebrazione del Battesimo. L’esorcismo solenne, chiamato “grande esorcismo”, può essere praticato solo da un presbitero e con il permesso del Vescovo”.
Durante l’esorcismo il prete recita lo scongiuro che è l’ordine, impartito al demonio nel nome di Gesù, di abbandonare il corpo del posseduto e liberarlo dalla sua “influenza malefica”. E’ importante ricordare che nell’esorcismo al demonio nulla si chiede, ma si comanda.
La durata di un esorcismo è variabile, è difficile liberare i posseduti in una sola sessione liberazione ed è raro un buon esito in qualche mese. Quanto più il Male è radicato, tanto più tempo ci vorrà per estirparlo.
RITI D’INIZIO
Il Saluto
Il sacerdote esorcista va nel luogo della celebrazione con indosso il camice, o con la cotta sulla veste talare, e con la stola violacea.
Fatta la riverenza all’altare (se questo non c’è si farà alla croce), si reca alla sede e con i fedeli, in piedi, si fa il segno della croce mentre l’esorcista dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti si segnano dicendo:
Amen.
L’ esorcista, allargando le braccia, saluta i presenti dicendo:
Dio Padre onnipotente,
che vuole la salvezza di tutti gli uomini,
sia con voi.
Tutti:
E con il tuo spirito.
Oppure:
Il Signore sia con voi.
Tutti:
E con il tuo spirito.
L’ esorcista, con parole sobrie e cordiali, aiuterà il fedele tormentato dal Maligno e tutti i presenti a ben disporsi alla celebrazione.