Emanuel Swedenborg era uno scienziato e mistico. Inventò molti macchinari per il suo tempo, per rendere migliore la vita ai suoi connazionali, ma era anche un uomo che aveva delle visioni, non solo di angeli che descriveva di forma umana, e con cuui si intratteneva spesso a parlare.
Aveva visioni ben più complesse. Di una si racconta particolarmente. Swedenborg il 19 luglio del 1759 era a cena a Goteborg, in Svezia, da un illustre cittadino. In tutto gli ospiti erano sedici. Ad un certo punto lo scienziato si alzò e uscì senza dare spiegazione alcuna.
Quando ritornò era pallido e preoccupato. Raccontò che era divampato un incendio vicino a casa sua e che anche la sua abitazione rischiava d’essere bruciata dal fuoco. Swedenborg abitava a Stoccolma, quindi a quasi 500 chilometri da Goteborg e non poteva sapere cosa stava accadendo laggiù.
L’uomo passò una serata agitata. Il fuoco procedeva senza sosta verso casa sua ed era preoccupato. Gli ospiti ne parlavano tra loro piuttosto sbigottiti, ma più tardi Swedenborg affermò che l’incendio era stato domato e spento a sole tre case dalla sua. Sembrava tutto molto strano e incredibile.
La sera seguente un messo arrivò da Stoccolma portando proprio notizie del grande incendio divampato. Tre giorni dopo seppero che era stato domato proprio a tre case da quella dello scenziato. Swedenborg aveva avuto una visione, una chiaroveggenza. Poteva vedere con gli occhi della mente.
Era un ingegnere e un inventore molto apprezzato, verso i sessant’anni si dedicò alla teologia, alla metafisica e allo studio di quei poteri della mente che aveva. Secondo le sue conclusioni gli angeli non sono altro che uomini allo stato di perfezione, e un uomo che ha fatto bene nella vita ed è stato onesto, sincero e leale, andrà nel regno dei cili qualunque sia la sua religione. Sosteneva che dopo la morte c’è un’altra vita, non svolazzante ed eterea, ma del tutto simile a questa, con condizioni fisiche differenti.