Quella di Eliodoro è una delle figure storiche più interessanti legate alla magia. E ciò è dovuto al fatto che sebbene la sua esistenza sia data per scontata, le storie sul suo comportamento sono variegate e colorate, dipinte come sempre di leggenda.
Una figura misteriosa e vendicativa
Non si parla come di Cagliostro di un possibile alchimista spesso truffatore, ma di una figura appartenente alla nobiltà siciliana che ha sviluppato, secondo una leggenda, una passione per l’occulto sfociata per voglia di vendicarsi nel vendere l’anima al diavolo.
Secondo ciò che racconta la tradizione Eliodoro era una persona molto devota, che dedicò tutto sé stesso alla religione cattolica vedendola forse come uno sbocco importante per la sua vita. Si racconta che venne, tra le altre cose, considerato uno dei candidati che avrebbero dovuto ricevere l’investitura di vescovo per la città di Catania. Non fu così: al suo posto venne nominato Leone II il Taumaturgo.
E questo, da quel che è possibile comprendere, fece andare su tutte le furie Eliodoro che decise dopo la delusione di dedicarsi alla magia. Galeotto fu, in tal senso, l’incontro con uno stregone di origine ebraica che lo iniziò a tale pratica. A quanto pare gli donò un libro molto antico che il negromante lesse in una sola sera, in cima a una colonna antica mentre impegnato allo stesso tempo nell’evocazione del demonio.
Una scelta quella di Eliodoro dettata dal volersi vendicare in qualche modo di coloro che non avevano riconosciuto i suoi meriti. Il diavolo, evocato, si palesò davanti all’uomo al quale chiese cosa volesse. La risposta? Il Potere. I due fecero un patto: Eliodoro rinnegò la fede cristiana in cambio per l’appunto del potere.
Eliodoro sconfitto da san Leone
Potere che Eliodoro usò per fare magie e dispetti agli abitanti di Catania. Leggenda vuole che convinse il nipote del vescovo a scommettere su un cavallo in una corsa. L’animale vinse ma una volta passato il traguardo si trasformò in un demone e volò via rendendo impossibile l’incasso della vincita.
L’episodio di cui si parla di più è pero quello legato all’elefante simbolo della città, U Liotro: si racconta che Eliodoro lo forgiò dalla lava dell’Etna e lo cavalcasse ogni qualvolta voleva fare dispetti alla popolazione.
Un giorno mentre il vescovo di Catania, San Leone, celebrava gli Uffici Divini nell’antica chiesa di Santa Maria di Betlemme, l’uomo entrò in chiesa con i suoi adepti bestemmiando e inveendo contro la religione cattolica e il vescovo. Il prelato finì di dire la messa e alla fine sfidò il blasfemo. Venne creato un rogo davanti la chiesa e chi lo avrebbe attraversato incolume avrebbe mostrato come la propria dottrina fosse quella giusta. Il vescovo lo passò indenne, Eliodoro rimase imprigionato nonostante la magia utilizzata.