Essoterismo: Termine coniato dai discepoli di Pitagora all’inizio dell’avviamento scientifico, per definire quanto caratterizzante le modalità di esposizione dei concetti e dei principi filosofici al mondo profano, ovvero a quanti non erano iniziati alla comprensione del linguaggio dei discepoli.
Rappresentava quindi il contrario di esoterismo, ed essoteriche erano definite le lezioni della scuola peripatetica di più facile ascolto, da cui l’attributo passò poi alle opere aristoteliche destinate al grosso pubblico. L’Essoterismo comprende quanto attiene al patrimonio mistico, e quindi all’insegnamento religioso che le varie confessioni hanno tramandato attraverso i secoli (L. Troisi).
Secondo la Qabbalah, i classici messaggi indirizzati da Gesù Cristo a Pietro, come «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei Cieli. Ed io ti dico che tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa» (Matteo 16, 17-18), ed ancora «A te darò le chiavi del regno dei Cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Matteo 16, 19).
Questi sono esempi significativi dell’insegnamento iniziatico fornito all’Apostolo per la diffusione tra gli uomini. Pietro sarebbe quindi il depositario dell’Essoterismo, mentre Giovanni lo sarebbe per l’Esoterismo. Molto genericamente il termine essoterico (od exoterico) indica quanto è dotato di caratteristiche popolari o volgari.
Esther: incluso nell’Antico Testamento, narra la storia di Hadassah (in persiano Esther), nipote di Mardocheo, elevata al rango di sposa del re Assuero (Serse 485-465 a.C.). con la sua influenza riuscì a sventare le macchinazioni del gran vizir Aman contro Mardocheo e gli Ebrei, salvandoli così da una sicura strage.
L’episodio è all’origine della festa di Purim, celebrata nei giorni 14 e 15 del mese di Adar. Nel testo biblico dei Settanta e della Vulgata, furono introdotte varie aggiunte, per dare un carattere più religioso al Libro di Esther che, nel testo originale ebraico, ha carattere piuttosto laico. Dio non vi è mai nominato.
Il testo ebraico sembra doversi attribuire al III-II secolo a.C., e le aggiunte forse al I secolo a.C. San Girolamo ne considerò apocrifi gli ultimi sei capitoli, poi accettati invece dal Concilio di Trento (1545).