Horus: Era una divinità egiziana, essa fa parte della misteriosa corte dei Grandi Antenati rossi, di cui fanno riferimento i Testi delle Piramidi.
Il culto di Horus è antichissimo, ed è il figlio di Iside e di Osiride, al mondo esistono ben ventiquattro forme diverse di Horus, tra cui le più note sono:
Horakhty, Re dell’orizzonte e re del cielo
Harpocrate, Horus bambino, mago e guaritore
Haroeri, Horus il vecchio, coccodrillo Sobek
Harmakis, la grande sfinge di Giza
Hor Behedety, l’Horus di Edfu, signore del cielo lontano
Horsiesis, il figlio di Iside, protettore del Faraone e di tutti i defunti. L’occhio Ujat è il suo simbolo principale: quello destro rappresenta il sole, il sinistro la luna.
Horus a Letopoli guarisce i ciechi, si parla di lui come di “colui che illumina il mondo con i suoi occhi, i due lumi.
A Horus furono dedicati molti santuari, ed i suoi colori sono il nero, bianco e rosso. Horus è il simbolo della luce interiore, la forma più segreta di Ra.
Horus rappresenta la perfezione, la trascendenza, per lui ogni adepto è chiamato a diventare re d’Egitto. “Io sono quello che abita tra le stelle”.
Hussiti: Era una setta cristiana nata in Boemia dall’attività di Jan Huss (1369-1415). Dopo la condanna e la scomunica, Huss venne anche condannato al rogo nel 1415, e a Praga venne istituita la chiesa Hussiti, le cui principali rivendicazioni erano:
-libertà di predicazione
-ritorno alla povertà dei primi cristiani
-eliminazione della gerarchia
-uso del calice oltre al pane anche per i laici
Huzza: Od Huzè era una acclamazione massonica, questo strano termine pare che derivi dalla lingua gaelica, e significa “viva il Re”.
Molti dicono che potrebbe anche derivare dall’ebraico Oza, che vuol dire forza. Viene pronunciata nel corso della cerimonia rituale di Iniziazione al grado di Maestro Massone, e sta ad indicare che l’iniziato è pervaso dalla stessa forza di Dio.