Kaaba: E’ un Nome con cui l’occidente identifica la Ka’ba, la costruzione parallelepipeda eretta come aiuto della sacra Pietra Nera della Mecca.
Ka’ba: nella lingua araba significa dado. E’ un piccolo edificio sacro in pietra, di forma parallelepipeda, che si erge nel cortile della Grande Moschea della Mecca.
Nella parte bassa dell’angolo nord orientale, è messa la “Pietra Nera”, il blocco meteoritico di basalto venerata da tutti i musulmani perché considerata dimora di Dio in terra.
La Ka’ba è il polo religioso dell’Islamismo in cui ogni Musulmano deve rivolgersi per le preghiere rituali. Decaduta in seguito a sede di culto idolatrico, il Ka’ba venne infine purificata da Maometto, che la dedicava successivamente alla gloria di Allah, tuttora mantenuto come sede di pellegrinaggio per tutti i credenti.
Un velario di seta nera con ricami d’argento e d’oro ricopre il Ka’ba che viene cambiato una volta all’anno. La direzione detta qibla, nelle moschee di tutto il mondo viene indicata con una nicchia sul muro di fondo
Kabbala: Origine araba dalla sillabazione incerta, una tra le più importanti e diffuse dottrine esoteriche medievali, conosciuta anche con il nome di Cabala, Cabbala, Kabalah e Qabbalah.
Kalam: Termine di origine araba che indica un particolare indirizzo della teologia islamica incentrata sulla parola di Allah. I seguaci di questa corrente sono conosciuti come Mutakallinum, ovvero ragionatori.
Kalì: la scura, la nera. Dea indù dall’aspetto brutto, simbolo della morte e della distruzione del mondo. E’ la sposa di Shiva, è venerata autonomamente. Rappresentata come una vecchia e terrificante donna nera con dei serpenti, da quattro a sedici braccia, occhi infuocati, lingua pendente con sangue delle sue vittime, zanne di belva e capelli irsuti. Al collo porta una collana realizzata con 50 teschi umani. Nel suo aspetto positivo e creativo è chiamata Durga, l’inaccessibile, Jagaddhatri, la creatrice del mondo, e Sakti, potenza, nel senso che rappresenta la potenza di creazione del marito Siva, che senza di lei è definito dai testi sacri indù sava, cadavere.
Alla dea Kalì è dedicato un tempio di Calcutta, dove le sono offerti sacrifici di animali. I sacrifici umani le venivano offerti dalla violenta setta dei Thugs.