Oggi, come sabato, proseguiremo con l’argomento del significato sulle parole utilizzate nella filosofia buddhista, che, come già detto sono importanti capire, per chi è interessato a seguire la filosofia buddhista ma anche per chi è solo curioso e avido di sapere.
Akashic : Innanzitutto, questa parola si usa generalmente con riferimento all’Archivio dell’Akascia (che abbiamo spiegato nel post precedente), ma spiegarne il significato è leggermente più complesso, e non basta di certo un trafiletto con parole specifiche, ed anche difficile per noi che viviamo in mondo tridimensionale capire un mondo multi- dimensionale. Lo scrittore e studioso T. Lobsang Rampa ci ha aiutato a capire il significato di questa parola con degli esempi:
“Immaginate di essere un fotografo cinematografico che è sempre esistito e
sempre esisterà, ed avete una scorta illimitata di pellicole (e qualcuno le
sviluppa per voi. Fin dall’inizio dei tempi avete fotografato ogni cosa che è
accaduta ovunque a chiunque in ogni luogo. State, attualmente, fotografando
gli eventi del giorno. Questo, è ciò che rappresenta l’Archivio Akascico.
Ogni cosa accaduta, si è impressa nell’etere come lo sono gli impulsi della
luce su una pellicola cinematografica, come una voce può essere impressa
su un registratore.Potete immaginare di essere in una città; siete in una strada, sta arrivando
un’auto, vi supera e scompare alla vostra vista e voi non sapete ciò che gli
accadrà. Ma, supponiamo che vi troviate dentro un pallone aerostatico e
osserviate la strada per parecchie miglia avanti, potete vedere la macchina
che corre veloce e sapere che sulla strada c’è un ostacolo che la macchina
non riuscirà ad evitare. Così, voi siete nella posizione di vedere la sfortuna
che sta andando incontro all’autista prima che questo ne sia consapevole.L’Archivio Akascico è in grado di mostrare la erma probabilità di ciò che accadrà. Le probabilità di una nazione sono
molto solide, molto più sicure di quelle individuali e coloro i quali sono
particolarmente addestrati possono entrare nell’astrale e consultare
l’Archivio Akascico e vedere cosa è accaduto, cosa sta accadendo e quali
sono le terrificanti probabilità del futuro. In realtà, è come entrare in un
cinema e vedere un film. Se dal programma si potesse sapere quale film
proiettano ad una certa ora potremmo, allora, andare ed assistere allo
spettacolo”.
Anahata Shabda : questa parola significa letteralmente “Suono che in realtà non è percepito” , ma in realtà invece è una percezione di un suono spesso udito nel corso della meditazione quando si è
raggiunto un certo stadio. Il suono, naturalmente, è quello del Mantra Om.
Ananda : Pura gioia. Gioia e piacere non contaminati da concetti materiali. Indica
beatitudine e felicità che si possono sperimentare solo quando si lascia
consapevolmente il proprio corpo, prestando attenzione all’estasi di essere
libero-anche se per un certo tempo-dal freddo e desolato fodero d’argilla che
è il corpo umano sulla Terra.
Anatma: Il significato è “Questo è il Mondo dell’Illusione”, in questo mondo,
questa Terra, noi pensiamo che solo le cose materiali contino, ad accumulare soldi e a come fare per arricchirsi. Mai nessuno però ha mai portato un centesimo dall’altra parte, perché le cose materiali dall’altra parte non servono, eppure la gente continua a correre dietro alla ricchezza e alle cose materiali senza pensare che quando morire non serviranno a nulla. Dovremo invece pensare ad arrivare ad uno stato di pace e conoscenza di noi stessi e del divino per essere preparati a ciò che ci aspetta dall’altra parte.
Angas : Indica le cose alle quali dobbiamo obbedire per progredire spiritualmente
al di là dello Yoga. Uno, deve progredire e correttamente bisogna osservare
la meditazione, il controllo del respiro, la meditazione ad uno stadio
avanzato e la contemplazione. Si deve anche ricordare in modo specifico la
Regola d’Oro la quale dice: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”.
Aparigraha: Questa è la quinta delle astinenze, ciò indica che uno dovrebbe, in tutte le
cose, seguire la Via di Mezzo; né troppo bene, né troppo male, così da
evitare gli estremi ed essere equilibrato.