Avete presente l’affresco di Giotto, nella Basilica superiore di San Francesco, ad Assisi, realizzato alla fine del ‘200, e visto da pellegrini, turisti, religiosi, laici, appassionati ed esperti d’arte, politici, rockstar? Bene, c’è un particolare di cui nessuno si era accorto ossia un ritratto di un demone quasi scolpito in una nuvola.
A trovarlo è stata la storica Chiara Frugoni, grande studiosa del francescanesimo che ha detto:
un vigoroso ritratto, completato anche da due corna scure
La ventesima scena del ciclo della vita di san Francesco, quella in basso che mostra la morte del santo attorniato dai discepoli, e nella parte superiore l’anima di Francesco ascesa in cielo, nella parte della nuvola più vicina all’angelo di destra in mezzo c’ è la nuvola con il demone.
Secondo il capo dei restauratori della Basilica, Sergio Fusetti, la scoperta è:
novità iconografica, ma il demone non sembra entrare nella scena vera e propria, altrimenti sarebbe stato evidenziato con più visibilità. Forse è stato un dispetto dell’artista nei confronti di qualcuno o forse un suo divertimento.
La Frugoni è certa che la sua scoperta sia destinata a fissare un nuovo inizio, una fase che lei stessa chiama «manipolazione delle nuvole». La Frugoni ha detto:
Fino ad oggi, infatti il primo pittore che pensò di trattare le nuvole era ritenuto Andrea Mantegna che nel suo San Sebastiano, dipinto nel 1460, mostrò sullo sfondo del cielo un cavaliere che emerge da una nuvola. Ora, questo primato del Mantegna non è più tale
Secondo lo storico Claudio Strinati:
che vi siano elementi nascosti in un opera d’arte è del tutto normale, le opere hanno sempre due facce, una esplicita ed una implicita.
Insomma, come mai solamente ora ci si è resi conto di questo viso del diavolo sulla ventesima scena della morte di San Francesco? Il mistero s’infittisce!
Fonte | IlMessaggero