Parlando della Festa di Venere abbiamo citato Era come dea dai molti punti in comune con Venere ma simbolo dell’amore eterno e passionale. Nella mitologia greca Era (o Hera) ha da sempre rappresentato l’idea di amore come unione duratura, quell’amore che spinge un essere irresistibilmente verso un altro essere, l’amore passionale insomma.
Era si contrappone in un certo senso a Venere che invece rappresenta l’amore in senso più ampio. Era veniva rappresentata nella mitologia con il corpo cinto di rose e di mirto, adagiata su di un carro tirato da passeri, colombe e cigni. Indossava il famoso cinto magico, che rendeva irresistibile chiunque lo possedesse perché aveva tutte le caratteristiche di Afrodite (l’equivalente greca di Venere) dunque sensualità, femminilità, intelligenza, fertilità. E il potere di questo cinto era così ricnosciuto e assodato che anche la stessa Era, che secondo la mitologia non aveva grandi simpatie per la nemica Afrodite, se lo fece prestare per qualche occasione galante, convinta che le avrebbe portato bene. Figlia di Crono e Rea, sorella e moglie di Zeus, era considerata la sovrana dell’Olimpo. Si dice che appena nata, questa dea fu brutalmente ingoiata dal padre che voleva ucciderla senza pietà. Tornò alla vita grazie a un piano ideato da Meti e attuato da Zeus.
Era era il simbolo dunque del matrimonio e delle fedeltà coniugale; la figura a lei corrispondente nella mitologia romana fu Giunone. I simboli sacri di questa dea erano la vacca ed il pavone.
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