La storia di alchimia e cabala – parte II

Ricordiamo che era la notte di Natale e appena fu buio i tre uomini presero pentagrammi e lanterne e si recarono al vigneto e, senza fare alcuna operazione di purificazione, inziarono l’invocazione per come era descritto nei libri di Weber. Per prima cosa tracciarono sulla porta della capanna il tetragramma, poi accesere un piccolo fuoco di carbonella.

Disegnarono un cerchio sul soffitto e verso le dieci di sera Gessner cominciò ad invocare lo spirito solare ripetendo per tre volte un incantesimo che gli sembrava molto adatto alla situazione. Stavano citando dei passi del libro “La discesa di Cristo all’Inferno” in cui si trovavano molti riferimenti divini.

Appena dopo aver fatto questo chiamò Och, principe del regno del Sole affinchè mandasse il suo servo, lo spirito custode del tesoro, Nathael, da loro per aiutarli a trovarlo. Fu a quel punto che Weber disse di essere caduto in delirio. Difatti quando lo trovrono era ancora privo di conoscenza, mentre gli altri due erano morti.

La storia di alchimia e cabala – parte I

Alchimia e cabala sono due discipline occulte che hanno avuto lunghe e complicate storie. Gli studiosi che se ne occupavano dovevano combattere con persone che proponevano nuovi metodi per stregare, curare, fascinare e divinare. La gente comune utilizzava talismani e pozioni magiche, incensi di ogni genere per cercare di evocare e controllare gli spiriti.

Un intruglio che veniva paticolarmente utilizzato a questo scopo era un miscuglio di legno di sandalo rosso, mirra, zolfo, mele marce, feccia di vino e senico con cui tener lontani gli spiriti ostili. In un certo qual modo questa magia popolare venne anche utilizzata dai maghi professionisti e divenne parte dei rituali.

Avvenne però che anche la magia spicciola prendesse qualcosa dal vero sapere occulto. Tante sono le storie che narrano di come qualche “mago popolare” cercasse di rubare la conoscenza ai professionisti.

Un innocente condannato per stregoneria – parte III

Il boia consigliò a Junius di confessare inventandosi storie che mettessero fine alle sue sofferenze e martoriato nel fisico e nello spirito il borgomastro finì per farlo. Anche questo scrisse nella lettera alla figlia, come se volesse chidere perdono per aver confessato il falso e aver messo nei guai altre persone.

Ma era una catena in cui anche lui era finito a causa delle false confessioni delle donne torturate prima di lui. Junius disse d’essere stato irretito da una donna demone e di aver giurato fedeltà al diavolo, di essere andato con le streghe ai sabba e cavalcato un cane nero volante.

Queste sue confessioni non bastarono e fu torturato nuovamente, così affermò d’aver cercato di uccidere i suoi figli e continuò a inventare orribiltà nella speranza di cavarsela. Poi gli chiesero di fare i nomi di chi era con lui.

Un innocente condannato per stregoneria – parte II

Il principe-vescosvo di Bamberg confiscò i beni alle persone che fece uccidere, ma anche a quelle che teneva imprigionate. Un documento redatto nel 1631 attestava che i suoi “cacciatori di streghe” a cui faceva trarre moltissimi vantaggi dal loro “lavoro”, avevano confiscato circa 500.000 fiorini e monete d’oro alle vittime giustiziate e altri 220.000 ai prigionieri.

Oltre al profitto, che già di per sè era una buona causa, c’era anche un’altra motivazione: la Germania era uno stato che non aveva unità religiosa ed era stata messa in ginocchio dala “guerra dei trent’anni”.

L’esercito cattolico e quello protestante si affrontavano spesso facendosi la guerra. Nel tentativo di risolvere i problemi e giustificare il loro operato, i cattolici si affidavano alle argomentazioni di gesuiti e domenicani nel tentativo di trovare il modo per riconquistare le raccaforti protestanti.

Un innocente condannato per stregoneria – parte I

Johannes Junius era il borgomastro di Bamberg fu accusato di stregoneria e rinchiuso nella prigione delle streghe dove venne brutalmente torturato. Con le mani stritolate dai serrapollici riuscì lo stesso a scrivere una lettera alla figlia in cui la esortò a scappare e mettersi in salvo.

La sua lettera è uno dei rari documenti che ci sono pervenuti e che attestano le indicibili brutalità a cui erano sottoposte le persone che venivano tacciate di stregoneria. Era il 1628 e l’uomo scriveva che chi veniva torturato aveva solamente due possibilità: o diventava veramente una strega inventandosi delle scuse plausibili oppure si lasciava torturare fino ad essere ucciso.

Migliaia di innocenti persero la vita in quel periodo esattamente come Johannes Junius. La stessa moglie del borgomastro era stata bruciata nel forno delle streghe otto mesi prima.

Magia nell’Antico Egitto, i medici-sacerdoti

Nell’Antico Egitto i primi medici erano con tutta probabilità anche maghi. Un antico testo infatti recitava che !chi cura i malati deve essere esperto di magia, edotto sugli incantesimi ed essere capace di fare amuleti per controllare la malattia”. Un novizio, per diventare medico-sacerdote con le capacità magiche, doveva sottoporsi ad un addestramento rigoroso che durava anni.

Al termine di questo otteneva il titolo e poteva curare. Il medico-sacerdote praticava anche una sorta di psicoterapia con l’uso di droghe. I pazienti venivano messi a dormire nel tempio, dopo che erano stati drogati e al risveglio veniva chiesto loro di raccontare i sogni che avevano fatto.

Gli egiziani interpretavano i sogni e spesso solo questo bastava per liberare il paziente dai sintomi della malattia. Questo perchè gli egizi attribuivano ai sogni capacità di oracolo. Per curare utilizzavano anche riti magici e pozioni composte anche di alloro e ulivo, terra vergine, semi di assenzio, un’erba chiamata cyncephalion e albume di uovo di ibis.

Evocazione delle fate in Inghilterra

La magia è sempre stata considerata molto potente e secoli fa in Inghilterra, nessuno ne dubitava, tanto che i maghi venivano ritenuti in grado di convocare le fate. Il metodo che utilizzavano era descritto in modo molto preciso in un manoscritto che chiunque fosse in grado di leggere poteva consultare.

Per evocare una fata bisogna però seguire alla lettera le istruzioni con cura quasi maniacale, tanto che erano in pochi quei maghi anche molto abili che ci provavano. Per prima cosa bisognava prendere un cristallo quadrato piuttosto grande oppure un vetro di Venere, lungo tre o quattro pollici, unità di misura inglese.

Questo cristallo, o vetro, doveva poi essere posto nel sangue di una gallina bianca e lasciato lì per tre mercoledì, o venerdì. Poi andava ripreso e lavato con acqua Santa e purificato con dei fumenti. A questo si dovevano prendere tre bastoncini di legno di nocciolo oppure bacchette di un anno accorciate quel tanto che bastava per farle diventare bianche e della lunghezza giusta per scrivere i nomi degli spiriti folletti.

Nell’orto della strega, nozioni di erboristeria – parte II

Dopo aver parlato di fiori del volo ed erbe medicinali, passiamo ora a trattare in modo un pò generale le piante degli incantesimi. Uno dei fiori più utilizzati dalle streghe era il papavero bianco, per le sue proprietà sedative, che conducono ad un sonno profondo.

La pervinca, chiamata anche viola delle streghe, pestata assieme ai lombrichi, cosa questa un pò vomitevole, provocava il colpo di fulmine. Un’altra pianta dagli incredibili poteri era la rosa di Natale che era utilizzata per compiere incantesimi potentissimi e rendersi invisibili.

E per scoprire tesori nascosti? Niente paura, era suffiente un rametto di amamelide, un arbusto originario dell’America settentrionale, per diventare una rabdomante perfetta! E che dire della mitica… mandragola! Machiavelli ne ha persino dato ul nome ad una sua commedia teatrale. Era l’ingrediente base di quasi tutte le pozioni afrodisiache, scatenava la passione e provocava gravidanze.

Streghe e stregoni, i due aspetti della loro personalità

In una tomba dell’Età del Bronzo è stato ritrovato uno scheletro di maga con tutti gli attrezzi del mestiere, prova che la stregoneria e la magia sono sempre esistite. La storiografia posteriore a questo poi ci riporta testimonianze di stregoni che preparavano pozioni magiche  quali elisir d’amore e amuleti e talismani.

Inoltre utilizzavano i poteri magici per guarire dalle ferite e dalle malattie. Avevano elaborato anche la ricetta di una bibita per curare la pazzia, in cui parte della prescrizione era di cantsare dodici messe sopra la pozione e poi farla bere. Era quindi religiosa.

Fin dai tempi più remoti si è sempre saputo che stregoni e streghe hanno due aspetti, uno diurno e l’altro notturno, uno corrisponde al bene, l’altro al male. Chiunque praticasse magia o stregoneria incuteva una certa sogggezione e metteva inquietudine a causa di questo.

Gundella, strega verde: pozioni magiche contemporanee

Marion se n’è andata nel 1993, ma sia lei che la figlia Veronica, credevano nella reincarnazione. Magari sono già tornate tra noi, ma a parte questo Gundella ci ha lasciato tutte le sue ricette da utilizzare e la magia che attraverso di esse ci può aiutare a raggiungere i nostri fini.

E perchè non iniziare da una ricetta d’amore? Quella che vi proponiamo è per una passione giocosa. Il piatto si chiama Hanky Panky Sandwich. Gli ingredienti che dovete procurarvi sono: mezzo chilo di carne di manzo tritato, mezzo chilo di salsiccia di maiale, 227 grammi di formaggio cheddar, mezzo cucchiaino di origano, mezzo cucchiaino di aglio in polvere, pane di segale, o integrale, a fette.

Iniziamo. Prendete una ciotolo e mettetevi il malzo e la salsiccia a cui avrete tolto la pelle. Amalgamate la carne con il formaggio cheddar tagliato a piccoli cubetti, l’origano e l’aglio. Assaggiate e se fosse insipida aggiungete un pizzico di sale.

Gundella, storia della strega verde: pozioni magiche contemporanee

Marion Kuclo era soprannominata Gundella la strega verde per il colore verdastro della pelle, particolare di tutta la sua famiglia. Discendeva dalle streghe scozzesi del 1400 caratterizzate proprio dall’incarnata verdognolo. Fu iniziata alla stregoneria all’età di diciotto anni.

In vita sua ha scritto tantissimi libri e insegnato. Ha avuto anche una figlia, anche lei wicca, uccisa poi dal marito, finito in carcere dopo aver ammesso il delitto. La particolarità di Gundella era la capacità di scrivere e di rendere semplice e comprensibile la materia della stregoneria.

La donna, che insieme alla figlia Veronica, aveva aperto un negozio di stregoneria in un quartiere di una cittadina, Garden City, alla periferia di Ditroit. Ebbero contro molte persone, ma perserverarono nel loro desiderio di far conoscere e insegnare la stregoneria.

Incantesimi e rituali di protezione

Oggi torneremo a parlare di incantesimi, per lo specifico di canti di protezione ed incantesimi per allontanare le negatività da voi stessi.

Incantesimo per Rompere i Poteri di un Incantesimo

Se siete sicure che qualcuno vi abbia lanciato contro un incantesimo, prendete una grande candela nera e mettetela all’interno di un calderone o in una grande coppa nera.

Abracadabra, parola magica più antica e origini della magia

Esistono varie ipotesi sulla nascita della magia. Alcuni studiosi sostengono che sia nata ancor prima della religione e che l’uomo fosse in qualche modo un “animale magico”. Qui vorrei fare una piccola parentesi. I termini che spesso vengono utilizzati per descrivere l’uomo, come in questo caso (animale magico) sono da intendersi ripresi esattamente dal passato, quando la proprietà di linguaggio non era uguale a quella odierna, e con animale si intendeva “creatura”.

A quanto risulta gli uomini preistorici dell’Europa Centrale utilizzavano la magia modellando statuine d’argilla che poi facevano esplodere esponendole al calore. Nei frammenti cercavano il significato diviniatorio. È curioso notare come, seppur conoscendo la possibilità di cottura dell’argilla nel forno, la utilizzassero solamente per le statuine e non per i recipienti domestici.

È la scrittura, al suo apparire, a darci la misura di quanto la magia fosse importante per le civiltà primitive, la stessa scrittura che per molto tempo fu ritenuta una delle arti magiche.

Incantesimi e rituali di purificazione e protezione

Oggi torneremo a parlare di incantesimi, per lo specifico di canti di protezione ed incantesimi per allontanare le negatività all’interno della vostra abitazione.

Canto Protettivo

Mentre state cantando visualizzate un triplo cerchio di luce viola attorno al vostro corpo e continuate a cantare: