Il Castello di Monselice non è conosciuto solo per essere un luogo molto interessante dal punto di vista storico: tra coloro che si interessano di esoterismo infatti è la storia di Jacopino (Giacomino) e Giudita.
Tutto iniziò quando il 22 dicembre 1350, il Consiglio di Padova conferì la signoria a Giacomino (Jacopino) e Francesco da Carrara. Lo zio del primo era così geloso delle capacità del nipote che temendo che potesse mettersi d’accordo con i veneziani nel 1355 lo fece chiudere in un sotterraneo del castello di Monselice.
Giudita, la sua amante, tentò disperatamente di poter incontrare Jacopino: ci riuscì per qualche tempo corrompendo le guardie e recandosi di nascosto a portargli del cibo. Le poche ore che la coppia riuscì a condividere finirono presto: ella venne infatti scoperta e al pari del suo amato lasciata morire di fame e di sete. Lei, a differenza del principe non nel sotterraneo del castello ma sulla rocca di Monselice. Vicini quindi, ma divisi. Per giorni fu possibile sentire le urla strazianti dei due amanti, i quali riuscirono a resistere poche settimane prima di soccombere al loro destino.
E se Francesco di Carrara dopo averli uccisi decide di ricongiungerli chiudendo i loro corpi insieme dentro le possenti mura del castello, fu comunque costretto a sentire le urla dei due giovani a lungo. La tradizione popolare racconta che sia Jacomino che Giudita vaghino ancora come fantasmi per il Castello e per la zona. In particolare quest’ultima apparirebbe alle persone che soffrono per amore, chiedendo lumi sulla sorte del suo amato e dove trovarlo.