Nel 1944 Carl Gustave Young, famoso psichiatra svizzero, si ruppe un braccio in un incidente e poi ebbe un infarto. Questo insieme di eventi lo portò a sperimentare una pre-morte di cui però raccontò solamente nel 1961, nel libro autobiografico intitolato “Ricordi”.
Scrisse che dopo la morte c’è qualcosa che nessuno di noi nemmeno immagina ed è di uno splendore indescrivibile, tanto che perdere il proprio corpo terreno è un piccolo prezzo da pagare se paragonato alla possibilità di riunirsi a tutti gli altri esseri, in un’unica entità.
Nelle esperienze di pre-morte è comune il senso di pace, l’allontanamento dal proprio corpo, il vederlo dall’alto, molti raccontano della luce e di posti bellissimi.
Young, spiegò dettagliatamente il suo allontanamento dal corpo, che fu di non poco conto. Raccontò di essere andato tanto distante da uscire dalla Tera e vederla da sopra, riconoscendovi le masse e le acque, l’isola di Cylon e l’Inda. e di essersi ritrovato davanti ad una porta nella pietra verso cui andò.
Ma poi si sentì richiamato indietro dal medico che lo aveva in cura e tornò indietro, alla sua esistenza terrena, nel suo corpo. Per le tre settimane segenti continuò ad avere le visioni e infine, quando guarì, disse che da quell’esperienza ne aveva tratto la certezza che la nostra esistenza qui, in questo corpo, sia solamente un “frammento di esistenza” e che la realtà in cui viviamo è fatta per frci credere che sia vera, quando invece è una prigione fatta per scopi sconosciuti. Young, nella sua esperienza extracorporea ebbe la sensazione che passato, presente e futuro fossero una cosa sola.
Fu dopo questa esperienza che ebbe il coraggio di intraprendere nuove strade. Durante la vita, si interessò anche di parapsicologia, di fenomeni occulti e degli UFO, a cominciare dagli anni quaranta. Ne scrisse anche un libro tre anni prima di morire.
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