“La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
le toppe alla sottana:
Viva, viva la Befana”
E’ nell’immagine comune vedere la Befana come una vecchina brutta, con indosso abiti logori che solca i cieli la notte del 6 gennaio ingroppa alla sua scopa e và a punire o a premiare i bambini che sono stati buoni o cattivi durante l’anno, portando a loro doni o carbone.
L’immagine di questa donna anziana viene fatta risalire a diverse leggende tutte diverse tra loro a seconda del paese o della religione; c’è chi dice che è stata un incontro dei tre Re Magi, altri che fanno risalire l’immagine di questa anziana alla Madre Terra dei pagani che a causa dell’inverno viene raffigurata come un’anziana signora segnata dal duro inverno, con vestiti logori che però promette la prossima fertilità della terra.
Un origine simile a quest’ultima risale alle tradizioni norrene-germaniche dove l’immagine della Befana viene fatta risalire alla figura della dea Berchta. La Dea Berchta chiamata anche “Perchta”, il cui nome significa letteralmente “Splendente” – “Luminoso”. Questa dea veniva rappresenta come un’anziana donna con capelli arruffati, gli abiti scuri e logori che nelle fredde notti invernali, avvolta da un bianco candido mantello, attraversava i campi benedicendo la terra.
La Dea Berchta era solita nelle 12 notti dopo il Solstizio d’Inverno, visitare le case e controllare se fossero ben pulite e sistemate e se lo erano si compiaceva e lasciava dei doni, mentre se erano sporche e in disordine lasciava loro del carbone che imbrattava ancora di più la casa spingendo i proprietari a pulire.