…Virginia, strabuzza gli occhi, Dora ai suoi occhi ha l’aria davvero inquietante, la sua bellezza sembra quasi finta, quasi angelica. Cerca spiegazioni, cercando di capire cosa nasconde la sua amica, perché dice che la stava aspettando. Come poteva aspettarla se lei stessa non sapeva dove fosse? Allora la inonda di domande, ma il gioco ne permette solo una, e Dora non risponde; è il suo turno, ci pensa un po’, guarda l’aria afflitta della sua nuova amica, i capelli neri le ricoprono il viso, e pensa alla domanda più appropriata:
“Dove stavi andando quando ti sei persa?”
Virginia non risponde, Dora la incalza.
“Venivo da casa di mio zio”
“Ma è notte fonda. Non ti ha accompagnato?”
“No”
Risponde Virginia, ma la sua voce trema, il suo ricordo è sfocato, lo zio l’accompagnata, ma poi? Poi che è successo? Sempre più in ansia, qualcosa non le quadra, e questo la fa sudare freddo, c’è qualcosa che deve ricordare, ma non ci riesce, guarda negli occhi Dora e semplicemente le chiede:
“Ma cosa vuoi davvero da me?”
“I biscotti, cos’altro sennò?”
Risponde Dora sempre con quell’aria innocente. Virginia si raddubbia, di quali biscotti starà parlando, lei non ha con se biscotti. Dora capisce presto i dubbi e le domande silenziose di Virginia così le dice semplicemente di seguirla, così tutto le sarà finalmente chiaro. Sempre sorridendo, Dora si alza e le fa cenno di seguirla, Virginia con fare ciondolante, la segue. Dora prosegue nelle strade buie della città, ogni tanto si volta per assicurarsi che Virginia la stia seguendo, gira in un vicolo, appena illuminato da un neon, e scompare dietro un cassonetto. Virginia accelera il passo per non perderla, il suo cuore batte all’impazzata e non riesce a capirne il motivo, gira anche lei il cassonetto, e quello che vede è terribile e mostruoso. Non riesce nemmeno a guardare, inorridita da tutto ciò, ma i ricordi le affiorano, la investono, ed ora è tutto chiaro.
A terra vicino al cassonetto, il suo corpicino giace senza vita, l’abito strappato e sporco di sangue, il corpo e le braccia sporchi di fango, e proprio lì, sparpagliati in strada, i biscotti fatti in casa da sua mamma. Non ci crede, non può essere vero, si rivolge a Dora con lo sguardo implorante, chiedendo a lei il perché questo è successo. Dora fa spallucce e le racconta:
“Ho visto un brutto tipo, grosso e con la barba, scendere da un’auto e scaricarti qui. Mi dispiace non so cosa sia successo”
Virginia ripensa a suo zio, alle sue mani grosse e ruvide, al dolore immenso che ha provato in quei pochi secondi di terrore che sono seguiti dal buio.
“Ricordi, ora?”
Chiede Dora, sorridendo angelica nel suo abitino bianco. A Virginia scende una lacrima, ed annuisce afflitta, chiedendo, poi:
“Ma tu chi sei?”
Con una grazia inaspettata, Dora si abbassa e afferra un amaretto.
“Mi piacciono i biscotti”
Dice, addentandolo.
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