Oli essenziali per scopi magici

 Oggi torneremo a parlare degli oli essenziali e vi elencherò ancora altre ricette per i diversi scopi magici, l’utilizzo dei oli essenziali, come già detto nei post scorsi, è piuttosto diffuso, sia per il loro gradevole odore e sia perché si pensa che la sua origine e il suo utilizzo risalgono a molti anni fa.
Questo è vero solo in parte, perché un tempo gli oli non venivano lavorati chimicamente, ma venivano, semplicemente riscaldate le parti profumati dei fiori in olio o in altri tipi di grasso, così da ottenere un olio profumato.

Al giorno d’oggi si comprano oli essenziali gia preparati, ma c’è chi ancora vuole prepararsi da solo i suoi oli, questo processo, però, non è per nulla semplice perché:

Canti rituali

 Ieri parlammo delle varie danze rituali eseguite dai Wiccan in tempi antichi oggi invece parleremo delle musiche, degli strumenti e dei canti che utilizzavano durante le danze.

I rituali e le danze veniva accompagnati spesso da musiche suonate con strumenti tradizionali come il flauto, il tamburo e qualche tipo d’arpa. Il tamburo aveva soprattutto la funzione di guidare la congrega e muoversi all’unisono, mentre il ritmo incalzava gradualmente e l’energia aumentava, veniva suonato da una donna perché simbolo della dea, insieme all’arpa anch’essa suonata esclusivamente da una donna giovane. Il flauto, invece veniva sempre suonato da un uomo, poiché era il simbolo del Dio.

Per composizioni più elaborate si aggiungevano i campanelli, ma questi venivano usate prima dei tempi dei roghi, poiché di notte il loro suono era udibile a gran distanza, si usava, anche, al posto dei campanelli il sistro ma questo venne usato successivamente grazie ai Romani che portarono nelle isole britanniche il culto di Iside.

Le danze rituali wiccan

 Oggi parleremo delle danze rituali che usavano in tempi antichi i wiccan, quando la danza era la principale espressione religiosa e magica.
La Wicca tradizionale prevedeva, infatti, tre tipi di danze rituali; la ring dance (danza in cerchio o danza circolare), following dance (danza del tipo “seguo la mia Guida”), la leaping dance (danza saltata).

La ring dance cioè la danza circolare, iniziava con i membri della congrega che sollevavano le mani nel Cerchio, rivolti all’interno. Talvolta al centro dell’altare, o se non c’era l’altare, a terra, si poneva un simbolo tracciato sul terreno, o un oggetto, che simboleggiava il desiderio, ovvero il perché dello scopo della danza, che veniva semplicemente chiamato “l’oggetto”. Qui tutti vi danzavano attorno per infonderlo del potere, che veniva innalzato con lo sforzo fisico e inviato tramite la volontà di gruppo. Questa tecnica veniva usata anche per caricare gli strumenti, i monili ecc.

Sali da bagno rituali

 Prima di ogni rituale, come ben sappiamo, la mente deve essere sgombrata dai pensieri negativi, quindi è sempre consigliabile fare un bagno di purificazione. I bagni di purificazione, come vuole la tradizione, dovrebbero essere fatti di Primavera con maggiorana e timo, ed Inverno con alloro, rosmarino e pino, ma i bagni rituali non sono utili solo a purificare il corpo, ma si possono benissimo usare come una vera e propria magia, ovviamente con gli ingredienti giusti. Oggi appunto vi elencherò cosa mettere nella vasca da bagno per fare un bagno rituale come si deve e con le giuste dosi e i giusti ingredienti.

Innanzitutto per ogni bagno rituale bisogna sempre mettere una tazza di sale puro, con gli oli appropriati al vostro scopo, notate bene più quantità di oli mettete e meno sarà la quantità di sale. Mettete gli oli profumati a secondo di quanto profumo volete e poi colorate, del colore adatto allo scopo, l’acqua e il sale con coloranti alimentari per dare un tocco in più al bagno.

Le palle magiche

 Oggi vi mostrerò un metodo utile e sicuro per realizzare un incantesimo di qualunque tipo utilizzando le palle magiche, fatte unicamente di cera d’api, erbe, e di energia propria.

Occorrente

Cera d’api
erbe per il vostro scopo
candele del colore apposito

Procedimento

La leggenda dei gillflower

 Questa è una leggenda che risale a molti anni fa ai tempi di Elisabetta d’inghilterra, e racconta di come le streghe si proteggevano per non essere scoperte e messe al rogo.

Ai tempi della caccia alle streghe, le streghe per sfuggire all’impiccagione, al rogo, e per sentirsi protette usavano portare sempre con loro, su gli abiti o tra i capelli, un gillflower che è una denominazione inglese del garofano.

Il popolo del cielo

 Questa è una leggenda tratta dal libro di Scott Cunningham “Il libro delle ombre” e narra la storia di un popolo del cielo sceso sulla terra per insegnare ai terrestri l’arte della magia, ma come sempre quando si ha troppo potere si finisce per diventare avidi e cattivi, e voler sempre di più, disposti anche ad uccidere per avere il potere.

All’inizio dei tempi, nella vastità dello spazio , esisteva una civiltà che viveva su un pianeta molto simile alla Terra. Questo popolo purtroppo dovette combattere una terribile guerra civile, e prevedendo la sua stessa distruzione, mandò alcuni suoi emissari nello spazio a bordo di aghi d’argento in cerca di nuovi pianeti in cui piantare i loro semi e assicurarsi che il loro sapere e potere non andassero perduti.

I boschi sacri

 Il miglior luogo dove praticare il culto della Dea Madre, come ben sappiamo è il bosco, dove la natura esplode in tutta la sua bellezza, e la strega può rilassarsi e praticare i suoi riti protetta dagli alberi e dagli spiriti della natura, questa pratica però negli anni si è un po’ persa prediligendo posti chiusi, dove non si corrono rischi di fanatici, e dove puoi praticare senza occhi indiscreti.

In tempi antichi però il culto veniva svolto esclusivamente all’aria aperte di conseguenza, in quasi tutte le grandi civiltà d’Europa, vi erano numerosi boschi sacri. Ad esempio il bosco sacro di Nemi, chiamato Nemus Dianae, o più semplicemente Nemus. Il termine latino Nemus, come l’omonimo greco nemos, sottintende una foresta nella quale sono compresi dei pascoli e delle radure, vale a dire un bosco sacro. Nemesi era anche il nome in cui veniva chiamata Adrastea, una divinità degli alberi, ninfa del frassino e nutrice del sommo Zeus.

Visita dall’aldilà

 Oggi parleremo del momento in cui l’anima sta per lasciare il corpo e si è in uno stato di premorte e di semi-coscienza dove riusciamo a vedere il sottile strato che ci congiunge all’aldilà. Molte persone in punto di morte vedono amici e parenti accanto al loro che gli chiamano e gli danno fiducia per passare “oltre”, tante testimonianze ci sono di parenti o amici cari che hanno visto il moribondo parlare con un amico o con il proprio genitore morto.

Una testimonianza venne scritta dallo scrittore Mattiensen nel suo libro “Das personliche Ueberleben des Todes” che raccontò, grazie alla testimonianza del colonnello Cosgrave, l’apparizione del defunto Walt Whitman al letto di morte del suo amico e biografo il poeta Horace Traubel un uomo che dedicò la sua vita alla spiritualità.

Saluto del mezzogiorno per Iside

 Oggi continueremo a parlare della dea Iside e delle preghiere che le venivano rivolte durante la giornata e in particolare oggi vi elencherò alcuni saluti del mezzogiorno, ma anche un particolare saluto a Nefti, dea gemella di Iside, che influenza e governa l’eclissi solari e lunari.

Saluto del mezzogiorno

Questo rito, innanzitutto, viene compiuto all’aperto o comunque sotto i raggi del sole, in modo tale che il corpo assorbe l’energia dei raggi solari, bisogna rilassare il corpo e sgombrare la mente, abbandonarsi totalmente al tepore caldo del sole rievocando un luogo dove avete trascorso un bel momento sotto il sole in cui eravate felici, e immaginatevi che eseguite il rito proprio in quel luogo.

Rito di autonominazione

 Di solito chi intrapende il cammino come seguace della Dea Iside decide un nome, o molto spesso il nome viene affibbiato dal sacerdote o sacerdotessa durante il rito di iniziazione al culto, il nome come sappiamo è indispensabile per essere riconosciuta e chiamata dagli altri seguaci o durante i riti. Può capitare però che il nome datovi non è di gradimento o non lo si sente adatto alla propria persona e al modo di essere, o molte volte capiterà che nel cammino spirituale si voglia cambiare. Innanzitutto riflettete attentamente sul vostro nuovo nome: potete magari combinarlo con una descrizione come «sacerdotessa del faro di Pharia» oppure «Serapione, servo dì Serapide».

Preparatevi o acquistate una nuova veste rituale. Ponetevi davanti al vostro altare. Accendete candele o lampade a olio e offrite incenso e dite:

L’occhio di Ra

 Oggi parleremo dell’occhio di Horo o successivamente chiamato occhio di Ra è un amuleto protettivo di tradizione egiziana, il nome significa essere sano, essere integro, si usava inciderlo,tatuarlo, o disegnarlo sugli abiti del defunto in quanto simbolo di rigenerazione dell’anima.

La leggenda narra che l’occhio fu tolto ad Horo, Dio della Prevvegenza, figlio di Iside e Osiride, da Seth durante una lotta tra i due, una volta sconfitto, Seth restituì l’occhio, e secondo un’altra versione del racconto, sarebbe invece ritornato da solo ad Horo, l’occhio in seguito fu guarito dal dio della magia che potenziò la sua vista e gli donò nuovi poteri.

Ritorno dal passato

 In una lettera del 5 aprile 1926 scritta a Mlynow Wolynski ed indirizzata al direttore della rivista “Zagadnienie Metapsychiczne”, il professor dell’università di Dublino, il proffessor Bronislaw Bouffall raccontò la sua esperienza paranormale avvenuta nel “Grand Hotel” di Heidelberg.

Il giovane Bouffall studiava all’Università di Heidelberg dove conobbe il suo compagno Josef Zakrzewski, oriundo della Podolia, che allora si dedicava agli studi di filosofia, finiti per entrambi gli studi si trasferirono, Zakrzewski si trasferì a Monaco di Baviera, dove poco più tardi morì in un duello con l’allora segretario della Legazione Russa alla Corte di Baviera, il conte C.

Il nodo di Iside, come farlo!

 Oggi torneremo a parlare del nodo di Iside e precisamente come farlo, esso veniva anche chiamato nodo di tiet o thet ed era un potente amuleto egiziano, era fatto di pietra rossa o color oro. Una volta scolpito, doveva essere immerso nell’acqua di fiore di ank-ham. Questo fiore, che non è stato ancora esattamente identificato, probabilmente aveva un profumo simile a quello del gelsomino o della gardenia. Il possesso del nodo di Thet assicurava al defunto la capacità di recarsi ovunque volesse nell’aldilà, e inoltre dava protezione in vita.

1. Stando in piedi, tenete la stoffa di fronte a voi con l’ornamento o la parte più bella lontana dal corpo. La restante lunghezza della stoffa dovrebbe cadere lungo il vostro fianco sinistro.

2. Prendete con la destra l’angolo superiore destro della stoffa, reggendone il resto con la sinistra.