Abbiamo appurato negli scorsi articoli che siamo formati da un corpo e da un’anima, il corpo può essere misurato in peso, confermando, quindi nel mondo fisico la sua esistenza, ma l’anima, essendo essenza, può avere anch’essa un peso, una consistenza che può essere misurata?
Nel 1907 il Dott. Duncan MacDougall affermò che noi uomini siamo formati da un corpo, una mente ed un’anima e che quest’ultima occupando una spazio fisico deve pur avere un peso che può essere misurato. Quindi pensò bene di fare un esperimento, pesare una persona prima e dopo la morte.
Sul resoconto del suo esperimento scrisse:
“Il Mio primo soggetto è un uomo morto di tubercolosi. Il paziente era sotto osservazione da 3 ore e quaranta minuti prima della morte, su letto di struttura leggera a cui ho collegato una bilancia. Il comfort del paziente è stato assicurato in ogni modo, benché fosse praticamente moribondo quando è stato messo sul letto. E’ dimagrito lentamente alla velocità di un’oncia per ora dovuta all’evaporazione dell’umida con il respiro e con il sudore. Dopo tre ore e quaranta minuti, in coincidenza con la morte, l’indice della bilancia colpì contro il limite inferiore della scala e rimase lì senza rimbalzare. La perdita è stata accertata essere ¾ di un’oncia.
Questa perdita non poteva essere dovuta all’evaporazione respiratoria e del sudore, perchè era stato determinato essere, nel suo caso, di un sessantesimo di un’oncia per minuto, mentre questa perdita finale era sta improvvisa, nel volgere di qualche secondo”
Il Dott. MacDougall fece esperimenti su altri morti di tubercolosi constatando in tutti i casi che al momento della morte ci fosse una netta perdita di peso, che non poteva essere collegata all’ambiente o al corpo fisico. Egli infatti concluse dicendo:
“…ritengo di aver ottenuto la dimostrazione sperimentale che una sostanza capace di essere pesata lascia il corpo umano al momento della morte”.