Oggi torneremo a parlare di Alchimia e dell’universo alchemico, fatto di simboli, intrecci, ed unioni uniche, ingredienti ed operazioni volte ad ottenere la pietra filosofale.
Ogni elementi ha un suo simbolo, per esempio lo zolfo ed il mercurio prendono nell’iconografia alchemica i tratti simbolici del Sole e della Luna, della luce e delle tenebre, del principio maschile e femminile, che si uniscono nella coniunctio oppositorum della Grande Opera.
Ogni simbolo come per esempio questi presi da un libro sull’alchimia del XVII secolo hanno una corrispondenza univoca con quelli utilizzati nell’astrologia del tempo.
Un tempo gli elementi cosmici avevano grande importanza, sia per la loro influenza sui processi alchemici, sia per il parallelismo che li legava agli elementi naturali, in base alla credenza che dice “ciò che sta in basso è come ciò che sta in alto”.
Ognuno dei sette pianeti del sistema solare conosciuti dagli antichi era associato con un determinato metallo ed eccovi di seguito la lista del dominio dei pianeti sui metalli:
Il Sole governa l’Oro
La Luna è connessa con l’Argento
Mercurio, Mercurio
Venere, Rame
Marte, Ferro
Giove, Stagno
Saturno, Piombo
Le sorprese non sono di certo finite qua, difatti, nelle illustrazioni dei trattati medievali o di epoca rinascimentale compaiono spesso figure di animali e fantastiche. Come mai gli animali? I tre principali stadi in cui la materia si trasformava, la nigredo, l’albedo e la rubedo erano simboleggiati dal corvo, dal cigno e dalla fenice.
La Fenice, grazie alla sua capacità di rinascere dalle proprie ceneri, incarna il principio del “nulla si crea e nulla si distrugge”, che tra l’altro è il tema centrale della speculazione alchimistica.
La Fenice era anche colei che andava a deporre l’uovo cosmico, che raffigurava il contenitore in cui era posta la sostanza da trasformare.
Per esempio, il serpente ouroboros, che si mangia la coda, spesso è presente nelle raffigurazioni delle opere alchemiche poiché è simbolo della ciclicità del tempo e del “tutto in uno”.
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