Esistono varie ipotesi sulla nascita della magia. Alcuni studiosi sostengono che sia nata ancor prima della religione e che l’uomo fosse in qualche modo un “animale magico”. Qui vorrei fare una piccola parentesi. I termini che spesso vengono utilizzati per descrivere l’uomo, come in questo caso (animale magico) sono da intendersi ripresi esattamente dal passato, quando la proprietà di linguaggio non era uguale a quella odierna, e con animale si intendeva “creatura”.
A quanto risulta gli uomini preistorici dell’Europa Centrale utilizzavano la magia modellando statuine d’argilla che poi facevano esplodere esponendole al calore. Nei frammenti cercavano il significato diviniatorio. È curioso notare come, seppur conoscendo la possibilità di cottura dell’argilla nel forno, la utilizzassero solamente per le statuine e non per i recipienti domestici.
È la scrittura, al suo apparire, a darci la misura di quanto la magia fosse importante per le civiltà primitive, la stessa scrittura che per molto tempo fu ritenuta una delle arti magiche.
Secondo gli antichi le parole avevano la forza di un incantesimo, gli egizi la definivano “favella degli dei” dato che era dominio dei sacerdoti-maghi, per i greci le incisioni egizie erano sacre. Per gli egizi la parola aveva una valenza magica e creava ogni cosa, tutto ciò che era amato e anche odiato, insomma la totalità delle cose.
Per questo la magia aveva potere se le parole venivano pronunciate nel modo esatto. Ancora oggi gli sciamani di tutto il mondo seguono gli stessi rituali e scrivono incantesimi e parole magiche su foglie o alimenti, prescrivendoli ai loro pazienti.
Una curiosità: la parola magica più conosciuta al mondo è ABRACADABRA che si fa risalire, attraverso l’aramaico, lingua di Gesù, fino ai lontani Sumeri che utilizzavano nei loro culti religiosi, un fungo psichedelico chiamato abbatabbari. Anche il malocchio arriva da qui, ma ne parleremo nel prossimo articolo.