George Adamsky aspettò di avere sessant’anni per raccontarte la sua esperienza avvenuta nel 1946 quando vide la prima astronave. L’anno dopo ne vide una squadriglia intera formata da 184 velivoli che viaggiavano in formazioni da trenta.
Adamski era un ex soldato di cavalleria, che diceva d’essere un professore di religioni orientali e sei anni dopo raccolse informazioni sugli UFO. I suo racconti erano densi di particolari che sono rimasti gli avvistamenti più memorabili della storia.
Ma cominciamo con la sua descrizione di quella sera… stava viaggiando in macchina vicino al Desert Center, in California e ad un certo punto vide atterrare un velivolo a forma di sigaro. Distava circa un chilometro e mezzo dalla strada.
Adamski prese due macchine fotografiche che aveva in macchina e si diresse verso il punto dell’atterraggio. Qui fu accolto da un alieno dai lunghi capelli biondi con indosso una specie di tuta da sci. Attraverso la telepatia e la mimica Adamski scoprì che si chiamava Orthon e veniva da Venere.
Lo scopo della sua visita era convincere gli abitanti della Terra a smettere di fare esperimenti atomici. Secondo l’alieno le radiazioni stavano distruggendo l’equilibrio del sistema solare. Adamski ebbe il permesso di fotografare la nave spaziale.
L’alieno però non volle essere immortalato a sua volta e dopo un pò risalì sulla sua nave e scomparve nello spazio mentre Adamski continuava a scattare fotografie. Sulla sabbia erano rimaste le impronte dell’alieno di cui poi Adamski stesso e degli amici fecero dei calchi in gesso.
I geroglifici sulle suole però non sono mai stati decifrati. Le foto di Amanski una volta sviluppate risultarono sfuocate e considerate inservibili. Non risuscì a far smettere gli esperimenti nucleari, ma iniziò a guadagnarsi da vivere con le conferenze e i libri in cui raccontava le sue avventure e bordo di navi spaziali in giro per i pianeti … (continua…)