Era l’ultimo giorno di ottobre del 1983 e alcuni operai stavano lavroando faticosamente sulla sommità di una scogliera per rimettere a posto un tratto di autostrada nella contea di Marin, in California.
Sotto di loro si estendeva la spiaggia sabbiosa di Stinton Beach, poco più in là il Pacifico. Uno dei lavoratori ad un certo punto si mise a scrutare il mare: aveva scorto una sagoma molto grande e scura solcare le acque velocemente e dirigersi verso la spiaggia.
L’uomo avvertì un collega di controllare con il cannocchiale cosa fosse. Matt Ratto lo fece e potè vedere un animale gigantesco, della lunghezza di una trentina di metri e sottilissimo, con tre gobbe, o spire, sulla schiena.
Era ad appena quyattrocento metri dalla sua posizione. Sembrava un grandissimo serpente marino. Mentre Ratto lo guardava l’animale sollevò la testa dall’acqua, come per guardarsi in giro, poi improvvisamente invertì la rotta e scomparve in mare aperto allontanandosi a circa ottanta chilometri all’ora.
Ratto non fu l’unico testimone, ci fu anche Steve Bjora, camionista, che intravide le protuberanze mentre guidava. In tutto furono cinque operai che assistettero all’apparizione e tutti ne diedero le stesse descrizioni.
Un’altra persona lo vide, Marlene Martin, ispettrice per la sicurezza dei trasporti, ma non ne volle mai parlare pubblicamente, forse per paura di essere passata per matta. Fu la figlia a raccontare particolari narrati dalla donna ai familiari.
Altro testimone fu Roland Curry diciannovenne a cui era già capitato di vedere il mostro e lo aveva confidato alla sua ragazza, sole che lei lo aveva preso per matto.
Gli avvistamenti del mostro non si fermarono qui. Tre giorni dopo fu avvistato da alcuni sub a seicentocinquanta chilometri più a sud. Un ventinovenne surfista ammise di averlo visto anche lui, ma di aver taciuto l’esperienza per non essere preso per matto e descrisse il mostro come una lunga anguilla nera. (continua)