Lo scrittore americano Upton Sinclair noto per il suo scetticismo era convinto che nel campo dei “poteri della mente” ci fossero tanti impostori e imbroglioni, ma studi fatti con la moglie Mary Craig Sinclair, gli dimostrarono la veridicità di alcuni fenomeni.
Li descrisse in un libro “Mental Ratio”. Probabilmente Sinclair conosceva il lavoro svolto da Carl Gustave Jung e pubblicato nel 1916, intitolato “Psicologia dell’inconscio”. Jung però non aveva scritto solamente questo libro.
Aveva fatto ricerche approfondite e accurate ed esperimenti metapsichici dovuti al fatto che sua madre teneva un diario delle premonizioni e delle “strane coincidenze” e che sua nonna era risaputo fosse chiaroveggente.
Jung si avvicinò alla psicologia solo dopo aver studiato a fondo il campo della parapsicologia e mentre studiava chirurgia una sua cugina sviluppò la capacità di andare in trance e comunicare con entità sconosciute. L’uomo decise di studiarla e concluse l’università con una laurea sulla psicologia del medium.
Jung incontrò Freud nel 1906 quando aveva già pubblicato importanti testi sulle psicosi ed era un pioniere. Di lui Freud diceva che se fosse vissuto ancora avrebbe di sicuro continuato le ricerche nell’ambito metapsichico.
Però quando Jung nel 1909 aveva parlato delle sue teorie e ricerche in questo campo della parapsicologia Freud aveva archiviato il tutto dicendo “fesserie”. Carl era troppo legato al misticismo per accettare fino in fondo le idee alla base della psicanalisi ed elaborò teorie e gli si opponevano.
Elaborò la teoria della mente collettiva e di un continuum nell’inconscio che va oltre i confini di spazio-tempo e che sarebbe in grado di spiegare i fenomeni di chiaroveggenza e i sistemi divinatori. Aveva notato che certi simboli permanevano nella mente delle persone e che questi erano presenti anche nel folclore e nei miti di molte culture. Il simbolismo, secondo lui, aveva un posto di rilievo nelle spiegazioni di certi fenomeni.
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