Era il 1774 e Cunningham si trovava in Inghilterra insieme al compagno di viaggio Newton. Stavano aspettando che arrivasse una loro comune amica, la poetessa Anna Seward e nell’attesa Cunningham si mise a raccontare all’amico del sogno che aveva fatto la notte precedente.
In realtà aveva fatto due sogni. Nel primo aveva visto avvicinarsi un uomo a cavallo e mentre lo osservava da dietro un cespuglio erano sbucati altri tre uomini che lo avevano bloccato per poi perquisire le tasche e stivali del cavaliere. Dopo di ciò lo avevano fatto prigioniero.
Cunningham a quel punto si era svegliato. Quando era riuscito a riaddormentarsi aveva di nuovo sognato. Stavolta però si trovava in una piazza, circondato da una folla di persone che stavano assistendo ad un’impiccagione. L’uomo che stava per essere giustiziato era proprio quello che aveva visto essere fatto prigioniero nel primo sogno.
Aveva da poco finito di raccontare i due sogni che vennero raggiunti da Anna Seward accompagnata da un suo protetto John Andrè, giovane ufficiale inglese che stava per raggiungere il suo reggimento in Canada. Cunningham lo fissò come se stesse guardando un fantasma. Più tardi, rimasto solo con il compagno di viaggio gli disse che era proprio Andrè l’uomo visto impiccare nel suo sogno.
Archiviati i sogni e la breve conoscenza con l’ufficiale, in fondo si trattava di una casualità, non ci pensarono più fino a sei anni dopo quando giunsero loro notizie dall’America: John Andrè era stato impiccato insieme a Benedict Arnold per aver tentato di distruggere la fortezza di West Point.
I particolari della sua cattura e dell’impiccagione coincidevano con quelli dei sogni di Cunningham. L’episodio merita attenzione perchè il protagonista ha raccontato al compagno di viaggio dei sogni fatti e senza volerlo l’ha reso testimone, ma anche per un motivo differente: sono trascorsi sei anni dal sogno premonitore alla sua realizzazione. In genere passa molto meno tempo.