Chuang Chou era un filosofo cinese che visse nel IV secolo a.C. ed era tenuto in grande considerazione e parlò molto, nei suoi scritti, della confusione tra lo stato di veglia e il mondo del sonno.
Questo tema ha sempre interessato l’uomo fin dai tempi più antichi. Sognare è un’esperienza universale, cioè che fanno tutti gli esseri umani. Alcuni ricordano solo frammenti di sogni, altri nella loro interezza. Possono essere piacevoli o brutti, in questo caso prendono il nome di incubi.
Possono essere fuggevoli e popolati di volti amici, oppure nemici, imitare la realtà oppure stravolgerla. Nel corso dei secoli ai sogni sono stati dati tantissimi significati. Per gli antichi egizi e i greci erano messaggi inviati dagli dei alle menti dei dormienti.
Chaung scrisse che una volta sognò d’essere una farfalla che svolazzava qua e là libera e felice. Poi si svegliò di soprassalto ritrovandosi ad essere il vecchio Chou, in carne e ossa. Ma era stato proprio Chou a sognare, oppure la farfalla e sognare di essere lui?
Questo paradosso ben esprime le idee di tanti filosofi antichi e più moderni che hanno sempre pensato a questa manifestazione, il sogno, come a qualcosa che spesso è ben più vivida e reale della realtà.
A parte crederli messaggi inviati dagli dei, idea molto carina, ma al giorno d’oggi molto meno tenutya in considerazione, da dove vengono i sogni? E perchè? Sono una porta sul nostro inconscio? Sulle difficoltà che abbiamo? Rappresentano una parte di noi? E quale. Domande che ci si è sempre posti senza arrivare ad una conclusione definitiva e soprattutto senza avere su di essi il minimo potere! Dai lontani tempi di Chaung Chou l’uomo ha conquistato lo spazio e la tecnologia, ma pare non abbia ancora trovato le risposte a domande che si pone da tantissimi secoli. Ce la farà prima o poi?