Canti per la Ruota dell’Anno – seconda parte

di Gianni Commenta

Dopo avervi dato qualche invocazioni da fare alle divinità, sia maschili che femminili che no un ruolo fondamentale all’interno del nostro credo, oggi vi daremo la seconda parte dei canti da fare rivolti alla Ruota dell’Anno.

I canti che vi mostreremo sono rivolti alle Calende, Candelora e Primiera.

Canto di Calende

Ora che il circolo s’e’ chiuso insieme danziamo al suono del tamburo. La Dea ormai e’ Crone, e’ il tempo di Cernunno. Si spenga il cero bianco, si accenda quello nero, e tutte le clessidre capovolte per malia lente incalzino il conto alla rovescia, e ancora per incanto ogni granello cada lento e inesorabile dal basso verso l’alto. Emen Hetan, Emen Hetan, scalza danzo in antiorario. Emen Hetan, Emen Hetan, nuda ballo sotto il Noce. Tredici Lune ho camminato, tredici Lune incontrero’. La prima sara’ d’argento, e fredda come neve, la sesta sa di grano, e gia’ parla dell’estate. Ognuna di esse contemplero’, poiche’ questa e’ la mia fede, la mia forza e il mio fervore, cio’ che anima il mio cuore. E non vi sara’ cielo in quelle notti a separare il nostro bacio, livide e tumide le labbra, dopo secoli di passione. Vecchio anno, anno novello, questa notte vi incontrate, vi sfiorate un solo istante, poi mai piu’ vi rivedrete. Gira il cerchio e ferma il tempo, rimanete qui a danzare, gira il cerchio e ferma il tempo, si comincia a festeggiare”.
Sheanan

CANTO DI CANDELORA

Si stava cosi’ bene allora, ai tempi dei Grandi Riti. Candlemass era splendida, non come le feste di oggi nelle chiese fredde e buie. Si stava nei campi e si giocava, si contemplava la natura, si beveva succo d’uva e si godeva il piacere dell’amore. Che c’era di male? Oggi avete cancellato tutto questo con penitenze, castighi e rinunce. Di questo passo l’Inferno è qui su questa Terra, mentre allora noi streghe abbiamo gustato il Paradiso“.

-Canto di Primiera

Dal buio di una nube, spunta un bagliore, un lieve raggio di sole. Racconta di paesi e storie persi nell’arcobaleno, racconta pensieri e parole di altre vite. In ogni luogo ovunque le persone non abbiano perso la voglia di sognare si spalancano le porte di questo mondo. Un mondo di incanti cupi, di irresistibile bellezza. Un mondo di gioia e armonia. Ora il cuore leggero di un merlo di primavera mi porta più sù oltre quel mondo una luce chiara inonda la magica valle. Di gioia vestiti i suoi abitanti. Le nuove piume rendono leggero il volo. Mitiche creauture incrociano il mio sguardo…. Creature simili a me nello spirito. Un grande e imperioso faggio mi porge le sue forti braccia. Così fermo il mio sguardo su un gorgeggiante ruscello, laggiù scorgo un volto di donna mai dimenticato, laggiù la rivedo, in riva al torrente elfico. Il suo nome era poesia. D’un tratto di fronte a lei… D’un tratto rivedo una piccola casa ai piedi di una grande quercia. Nel pallido e aranciato chiarore del sole fuggo da questo mondo. Con un angoscia nel cuore. Cade una goccia dal cielo, di rosso fuoco si tinge, al volo la prendo, una amarena ingoio e nel nostro mondo mi ritrovo. Perdo la leggerezza, rimane il ricordo e la certezza dell’esistenza del colorato mondo accanto al nostro…“.
Myrddn

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