Margaret Murray era una antropologa ed egittologa inglese che cominciò a studiare la storia della stregoneria, convinta che le streghe fossero tutte delle vecchie perseguitate da visioni. Facendo ricerche approfondite La Murray scoprì che il Dio adorato dalle streghe non era il Maligno, come poteva far comodo credere alla Chiesa, bensì la dea Artemide, per i greci, chiamata dai romani Diana, loro guida spirituale e dea della caccia.
Sempre secondo la Murray stregoneria e religione precristriana della fertilità, appunto il culto di Diana, si identificavano e rappresentavano in realtà la religione più antica delle Europa occidentale. L’antropologa ipotizzò che si potesse far risalire questa religione a circa 25.000 anni fa, ad una razza aborigena di nani.
Era una religione gioiosa, con banchetti e danze ed “esuberanze sessuali” che fu tramandata dagli invasori vincitori in termini di fate ed elfi. Gli inquisitori però erano di umore tetro e non poterono capire questa religione, sentirono quindi il bisogno di estirparla fin nelle sue radici.
Nel 1921 Margaret Murray scrisse il libro “Il culto della Stregoneria nell’Europa Occidentale”, primo dei tre che avrebbero legittimano la religione wiccana. A quel tempo la stregoneria era ancora illegale in Gran Bretagna e il suo testo sollevò non poche critiche e polemiche. Ma la donna era convinta che le streghe fossero sempre esistite e adorassero un Dio cornuto della fertilità e Diana.
Nei suoi tre libri sulla stregoneria riferì dele sue convinzioni e scrisse le sue interpretazioni della storia, tracciando nel passato l’evoluzione di questa religione pre-cristiana. I suoi libri ebbero il potere di far rinascere l’interesse per la dea Diana e per la stregoneria in generale che, durante gli anni in cui era illegale in Gran Bretagna, era anche se a fatica sopravvissuta.
Le idee di Margaret Murray sono alla base del neopaganesimo moderno. L’egittologa morì nel 1963 all’età di cent’anni, lasciando i suoi libri per chi desiderasse affacciarsi al mondo della stregoneria.