Per i Maya il sangue e l’acqua erano il mezzo per giungere al divino e posti come basi della vita, servivano quindi da collegamento tra il mondo umano e le divinità.
Questo popolo precolombiano aveva la convinzione dell’esistenza di un Essere Supremo, creatore del cielo e della Terra, chiamato Hunah Ku. Insieme a lui altre divinità tra cui Itzamnà, il Dio del Sole e la sua compagna Ixchel, con il loro figlio Bacab, KuKulcan, il famoso serpente piumato, rappresentato in tante iscrizioni come protettore dei sacerdoti.
Il nome con cui è particolarmente noto è Quetzalcoatl, che significa appunto serpente piumato, qui nelle vesti umane. I Maya non erano l’unico popolo a crederci difatti ha sempre rappresentato una delle più importanti divinità per le culture meso-americane.
Quetzalcoatl, per alcuni, chiedeva sacrifici di sangue, per altri invece era contrario, ma, ricollegandoci alla credenza che questo e l’acqua avvicinassero gli umani agli dei, la prima non è un ipotesi da scartare.
Nel complesso però si può dire che i Maya credevano in molte divinità legate ciascuna alla natura, al mondo sotterraneo, al cielo, alla luna, per dirne alcuni. L’albero Cosmico rappresentava la “famiglia degli dei”, dove tutto era stato creato dal primo degli dei Hunah Ku, che i mise i suoi quattro figli nei punti cardinali per sorreggere il mondo. Sopra la punta dell’albero, nel cielo, stava Quetzalcoatl, serpente piumato che regolava sia il cosmo che la natura e tutti gli altri dei stravano sotto.
Un altro degli dei molto venerati ed importantissimo per questo popolo è Chaac, che si riteneva fosse il dio del mais, dell’energia della vita e dell’acqua. Per i maya ogni aspetto del vivere quotidiano e delle cose era rapportato ad una divinità. Uno dei racconti narra che i primi figli che gli dei supremi fecero con la saliva fossero gli uomini maya.