Heinrich Kramer, scrittore del Malleus Maleficarum

di Gianni Commenta

 Oggi parleremo di uno dei fautori del manuale inquisitorio Malleus Maleficarum (Il martello delle streghe), Heinrich Kramer nato a Schlettdstadt nel 1430 e considerato un maniaco dell’ortodossia e del lealismo nei confronti di Roma.

In età molto giovane, Kramer entrò nell’ordine dei padri domenicani di Strasburgo, cominciando ad avere i suoi primi contatti con Roma nel 1460 sotto Papa Pio II. Dopo qualche anno venne incarcerato da Federico II a causa dei suoi dissapori con quest’ultimo, ma venne preso sotto la benevolenza di Papa Sisto IV.

Innocenzo VIII, con la bolla Summis desiderantes affectibus, ufficializzò l’incarico di inquisitori a Kramer e Sprenger.

Con grande preoccupazione, i due si diressero in Germania per affrontare un grande gruppo di donne dedite al demonio, che praticavano sabba facendo qualsiasi cosa il demonio gli chiedesse.

Kramer andò a combattere questo male nella Germania del sud e Sprenger in quella del nord.

Dopo la sconfitta di Innsbruck, nacque il malleus Maleficarum, era il 1486, con un seguito di 13 edizioni diventando il manuale dei perfetti inquisitori.

Ma torniamo a Kramer, un personaggio di discussa moralità, ossessionato dalle streghe, che finì col provocare, l’ira e l’indignazione di Georg Glasser, il sindaco di Bressanone, che schifato dalla sua personalità, lo cacciò dalla diocesi e lo costrinse a liberare le quaranta di donne che stava seviziando senza alcun motivo.

Grazie ai suoi rapporti con Roma, anche dopo la morte di Sprenger, continuò a fare quello in cui credeva e che aveva sempre fatto.
Il Malleus Maleficarum ottenne l’approvazione di Massimiliano I d’Austria e l’autorizzazione accademica per la pubblicazione dalla Facoltà di Teologia dell’Università di Colonia.

Kramer non era solamente un inquisitore, ma una persona che amava torturare le donne anche senza avere una sola prova della loro connessione al demonio, era un sadico, che ha fatto dell’inquisizione, la sua unica ragione di vita, il suo unico modo per sentirsi vivo.

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