Psicopompo, cosa è e cosa fa

di Valentina Cervelli Commenta

Cosa è uno psicopompo e cosa fa? La sua figura mitologica è molto antica e sembra essere presente in diverse tradizioni e religioni, tramandata di generazione in generazione per millenni. E non c’è da stupirsi se si pensa al suo ruolo.

Lo psicopompo nella tradizione millenaria

Se si cerca questa parola sul vocabolario la definizione più comune che è possibile trovare è letteralmente “guida delle anime dei trapassati verso il regno dei morti“: un significato che deriva dall’origine greca della parola. La domanda che in molti si pongono, in base alle proprie credenze e appartenenza religiosa è: si tratta di una figura reale o mitologica?

Nello sciamanesimo ad esempio si crede che lo psicopompo sia uni sciamano capace di trasportare le anime perse nel mondo di mezzo, ovvero quello nel quale viviamo, verso l’aldilà. Una guida vera e propria per coloro che non sono ancora riusciti a trovare la pace. Anche la cultura popolare chiama in causa questi esseri magici: basta ricordare il film “Il Corvo” con il compianto Brandon Lee. Come già anticipato si tratta di un concetto espresso da molte religioni: nella mitologia celtica lo psicopompo era il dio Lug, nell’antico Egitto era Osiride, molto spesso rappresentato proprio nell’atto di accogliere le anime dei defunti insieme ad Anubi, il protettore dei morti.

Ermes e Mercurio avevano questa funzione rispettivamente nell’antica Grecia e nell’antica Roma, mentre per la Chiesa cattolica un simile compito è affidato a San Michele Arcangelo.

Come viene raffigurato questo traghettatore

La raffigurazione più diffusa dello psicopompo, anche nella tradizione popolare, è quella che offre lo sciamanesimo dove per motivazioni differenti alcune anime (stiamo semplificando moltissimo) non riescono a passare da un mondo all’altro come dovrebbero. Gli psicopompi, pur essendo storicamente rappresentati come divinità, sono stati tramandati culturalmente tra la popolazione più di sovente come animali e principalmente come uccelli.

Sono questi infatti gli animali che vengono considerati capaci di superare la barriera tra la vita e la morte senza difficoltà: passeri, aquile, corvi, gufi. Essi sono gli esemplari che le tradizioni millenarie riportano, tra iscrizioni e testi, come i veri traghettatori delle anime dei defunti. Ma non mancano anche animali più vicini all’uomo come i cani: erano loro gli psicopompi per le popolazioni centro americane come gli Atzechi.

Il concetto del suo ruolo, a prescindere dal suo aspetto, rimane sempre lo stesso: aiutare le persone a raggiungere il loro posto nell’altro mondo, con lo scopo di aiutarle a ritrovare il loro posto nell’esistenza e a riposare in pace.

 

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