L’antica preghiera delle Cento Croci

di Gianni Commenta

Avete mai sentito parlate dell'antica preghiera delle Cento Croci? Per andare a ritrovare le sue origini occorre tornare indietro fino alla tradizione bizantina di Terra d’Otranto...

Avete mai sentito parlate dell’antica preghiera delle Cento Croci? Per andare a ritrovare le sue origini occorre tornare indietro fino alla tradizione bizantina di Terra d’Otranto. E già da qui possiamo renderci conto di quanto sia questa una preghiera antica che però è stata tramandata fino ai giorni nostri. E a Ferragosto l’antica preghiera delle Cento Croci acquisisce ancora maggiore valore.


Nel pomeriggio del 15 di agosto, infatti, è tradizione che varie famiglie di un vicinato si riuniscano per riproporre una lunga e antica preghiera. La preghiera è composta da una formula dialettale ripetuta per ben cento volte tra altrettante cento Ave Maria, recitate meditando due intere poste di rosario. Di seguito ecco i versi che compongono la preghiera delle Cento Croci con traduzione accanto visto che appunto viene sempre recitata in dialetto salentino.

Pensa, anima mia, ca imu murire;
alla Valle ti Gesufàttu imu scire
e lu nimìcu ‘nnanti ni ole issìre.
Fèrmate, nimìcu mia!
No mi tantàre e no mi ‘ttirrire,
ca centu cruci fici ‘n vita mia
lu giurnu ti la Ergine Maria.
Iò mi li fici, iò mi li scrissi,
parte ti l’anima mia te non d’abbìsti.

 PREGHIERA DI FERRAGOSTO

Traduzione
Pensa, anima mia, che dovremo morire!
Nella Valle di Giòsafat dovremo andare
e il nemico (il demonio) cercherà di venirci incontro.
Fermati, nemico mio!
Non mi tentare e non mi atterrire,
perché feci cento segni di croce (e qui ci si segna) durante la mia vita
nel giorno dedicato alla Vergine Maria.
Mi segnai, ascrivendo ciò a mio merito,
e tu non avesti potere sulla mia anima.

Foto | Thinkstock

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