Prima di noi, prima delle città in cui viviamo e conosciamo esistevano altre civiltà con i loro villaggi, le loro case e le loro strutture, quelle città di cui adesso vediamo solo alcune rovine, città sommerse da mari o rilegate al buio sotto le nostre attuali città. Si potrebbe dire che esiste un mondo sotto di noi ma non ne siamo a conoscenza.
Il compito dei ricercatori, degli scienziati e degli archeologi è proprio questo; far uscire allo scoperto i vecchi mondi dimenticati; è uno di questo è il mondo sotterraneo di Ani.
Ani è un’antica città armena di 5 mila anni situata al confine turco-armeno, su una collina vicino alla riva del fiume Akhuryan. Conosciuta come “La città delle 1001 chiese” o “La città dei 40 cancelli”, contava oltre 100 mila abitanti ed era una delle città più “splendenti” e ricche”. Fu il campo di battaglia per lo scontro tra i vari imperi, che ne causò la distruzione e l’abbandono.
I sotterranei di Ani sono stati individuati per la prima volta nel 1880 da George Ivanovic Gurdjieff e dal suo amico Pogosyan. I due cominciarono a scavare fino a quando si imbatterono in uno stretto cunicolo, da lì trovarono l’ingresso a diversi canali idrici segreti, celle di monaci, sale di meditazione, enormi corridoi ed alcune trappole. In una stanza Gurdjieff trovò un pezzo di pergamena chiuso in una nicchia, lo prese e non con poca difficoltà riuscì a tradurre il manoscritto; era una lettera scritta da un monaco ad un altro monaco; così i due amici scoprirono che ciò che avevano scoperto era una famosa scuola esoterica.
Tale scoperta risale a quasi 135 anni fa, ma fu confermata solo nel 1915 quando una squadre di ricercatori approfondì gli scavi su quel pezzo di terra e venne dunque confermato che lì sotto un tempo esisteva un monastero, da lì furono poi scoperte più di 823 strutture sotterranee tra cui abitazioni, negozi alimentari, tombe, cappelle, mulini, stalle e serbatoi. Ad oggi i ricercatori cercano finanziamenti per continuare gli scavi e riscoprire vecchi popoli e antiche civiltà.