Oggi vorrei farvi leggere un invocazione dedicata al Dio Cernunno, dio della foresta e del mondo degli inferi; essa più che un’invocazione è più una poesia dedicata a lui. Da qui si possono capire molteplici cose di noi e dell’universo, di come i cicli della natura sono collegati a noi, di come noi siamo parte integrante della natura stessa. E’la natura che ci ospita, è la natura che con i suoi cicli ci fa capire ciò che noi siamo, e dove andremo una volta lasciato il nostro corpo.
“Io sono Cernunno, il radioso Re dei Cieli che inonda la Terra di calore e incoraggia il seme nascosto della creazione a manifestarsi. Io sollevo la mia lancia scintillante per illuminare le vite umane e ogni giorno riverso oro sulla Terra, dissipando l’oscurità e illuminando le menti.
Io sono anche Herne il Cacciatore, padrone delle bestie selvatiche e libere. Corro con passo svelto del cervo e volo come un falco sacro sullo sfondo dei cieli brillanti. Le antiche foreste e i luochi selvaggi emanano i miei poteri e gli uccelli dell’aria annunciano la mia benedizione.
Io sono anche il Custode della chiave della morte e della rinascita; guido le anime attraverso e oltre i Cancelli della morte, verso le terre dell’eterna estate. Perchè senza morte non può esservi rinascita, e senza rinascita non può esservi vita. La morte è il mio dono; la vita, la mia promessa.
Io sono il Sole del creato dai mille nomi, lo spirito del cervo nelle terre selvagge e il Signore dei Cancelli della morte. Osservate in me il ciclo annuale delle feste – la mia nascita, morte e rinascita. Questo è il destino di tutto il creato.
Io sono la scintilla di vita, il seme segreto, l’elargitore di pace e riposo, e invio i miei raggi di benedizione a riscaldare i cuori e a fortificare le menti umane.”
Tratto dal libro: “Il libro delle ombre” di Scott Cunnigham