Quello relativo alle scie chimiche è un dibattito destinato a non finire mai così come spesso succede quando si tratta di parlare e analizzare fenomeni non scientificamente sempre spiegabili. E così, in contrapposizione a coloro che credono alla esistenza delle scie chimiche, troviamo coloro che negli anni, e nemmeno senza troppa difficoltà, hanno spiegato quali sarebbero i 3 motivi che dimostrerebbero la non esistenza reale di queste scie. Vediamoli.
1. I sostenitori delle scie chimiche dicono che la loro forma circolare non potrebbe appartenere ad un normale aereo che viaggia su linea retta. I non credenti smentiscono questa teoria facendo notare come anche gli aerei di linea, molto spesso, si trovano costretti al cosiddetto movimento circling o holding pattern, ossia movimento di rotta di parcheggio o di attesa in caso di guasto o di troppo traffico in aeroporto.
2. Buchi nelle nuvole. I buchi nelle nuvole sarebbero stati avvistati per la prima volta già nel 1965 e questo dato basterebbe a smontare la teoria di coloro i quali affermano che siano invece una conseguenza evidente della presenza delle scie chimiche. Coloro che non credono alla presenza delle scie chimiche fanno notare come invece si tratti di normali fenomeni o effetti atmosferici dovuti a rilievi geografici, aspetti che sono molto noti per chi si occupa in modo serio di meteorologia.
3. Non c’è nessuna prova, in quasi venti anni di presunte teorie al riguardo, che assicuri la presenza di scie chimiche. Perché nessuno, tra i sostenitori della tesi delle scie chimiche, ha mai prelevato un campione di una scia ritenuta chimica per farlo analizzare in laboratorio e provare dunque, una volta per tutta, l’esistenza di questo misterioso fenomeno? Questa mancanza, secondo coloro che non credono alla esistenza delle scie chimiche, basterebbe per far capire che la teoria del complotto è solo una bufala montata ad arte.
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