La cultura sumera è davvero molto antica, di conseguenza si sa poco di questa civiltà, ed i pochi libri esistenti sono davvero molto costosi e risalgono, i primi, al 1985, questo perché per decifrare la scrittura cuneiforme è servito molto tempo e pazienza. E’ pur vero che molti dei miti della mitologia sumera sono stati assimilati nel racconto della Genesi, quindi si dovrebbe leggere questo libro per capire il pensiero dei sumeri. Esistono però, fortunatamente,dei libri più accessibili tra cui “La Grande Dea. Il viaggio di Inanna regina dei mondi,” di Sylvia Brinton Perera risalente al 1987, da cui ho tratto il mito “Dell’albero huluppu”, che vedremo oggi.
E’ da precisare che il tema dell’albero come fonte di vita viene trattato in molte altre culture come ad esempio quella celtica, o quella greca, e ovviamente viene anche citato nel libro della Genesi come ponte tra cielo e terra, e quindi tra vita e morte. Ora vediamo come i sumeri hanno raccontato il mito del loro albero della vita, che secondo gli studi di Samuel Noah Kramer e Diane Wolkstein, dovrebbe essere il salice, ma c’è chi dice che potrebbe essere anche l’ulivo simbolo di libertà e di rigenerazione.
L’albero huluppu
“I primi giorni, i primissimi giorni,
Le prime notti, le primissime notti,
I primi anni, i primissimi anni,I primi giorni, quando ogni cosa necessaria fu posta in essere,
I primi giorni, quando ogni cosa necessaria fu debitamente nutrita,
Quando si cosse il pane nei templi di terra,
E si gustò il pane nelle case della terra,
Quando il cielo si fu allontanato dalla terra,
E la terra si fu separata dal cielo,
E fu stabilito il nome dell’uomo;Quando il Dio del Cielo, An, ebbe ottenuto i cieli,
E il dio dell’Aria, Enlil, ebbe ottenuto la terra,
Quando a Ereshkigal, Regina del Gran Luogo Inferiore, fu dato il mondo sotterraneo per dominio,Egli fece vela; il Padre fece vela,
Enki, Dio della Saggezza, fece vela verso il mondo sotterraneo.
Piccoli grani di vento gli furono scagliati contro;
Grossi chicchi di grandine gli furono scagliati contro;
Come veloci tartarughe marine,
Colpirono la chiglia del naviglio di Enki.
Come lupi le acque del mare divorarono la prua del suo naviglio;
Come leoni le acque del mare si gettarono sulla poppa del suo naviglio.A quei tempi un albero, un solo albero, un albero-huluppu*
Fu piantato sulle rive dell’Eufrate.
L’albero fu nutrito dalle acque dell’Eufrate.
Il turbinoso Vento del Sud si levò, ne divelse le radici
E ne sparse i rami,
Finché le acque dell’Eufrate non lo portarono via.Una donna, i cui passi erano guidati dal timore della parola di An, Dio del Cielo,
I cui passi erano guidati dal timore della parola di Enlil, Dio dell’Aria,
Trasse l’albero dal fiume e parlò:
“Io porterò quest’albero ad Uruk.
Io pianterò quest’albero nel mio giardino sacro”.Inanna si prese cura dell’albero con le proprie mani.
Premette la terra intorno all’albero con i propri piedi.
Inanna si interrogò:
“Quanto tempo dovrà trascorrere prima che io abbia un trono splendente su cui sedere?
Quanto tempo dovrà trascorrere prima che io abbia un letto splendente su cui giacere?”
Continua…