Elena: Era la Madre di Costantino I (Drepanum, Bitinia 247-Costantinopoli 335). Concubina di Costanzo Cloro (270), venne poi da questi ripudiata per sposare Teodora (293). E. venne insignita dal figlio, allorché era diventato imperatore, del titolo di Augusta (325).
Fece giustiziare Fausta, la moglie infedele del figlio, ed influenzò questi in direzione filo ariana. Eresse alcune chiese: a Roma (s. Croce in Gerusalemme), a Betlemme (basilica della Natività), ed a Costantinopoli. Una leggenda attribuisce ad Elena l’invenzione della Croce sul Calvario (326).
Nell’iconografia, la statua del Museo Capitolino potrebbe raffigurarla: la pettinatura è caratterizzata da capelli ad onde regolari, con turbante intrecciato. Tale immagine è collegabile alle monete in cui sono però accentuati caratteri di anzianità. Tre statue, in oro, avorio e porfido, furono poste a s. Sofia di Costantinopoli. Il mausoleo di Elena, eretto sulla via Labicana, presso la basilica dei ss. Pietro e Marcellino, è in forma di grande rotonda, con cupola e con nicchie alle pareti, in cui erano deposti i grandi sarcofagi porfirei.
Elephantina: Denominazione antica dell’isola di Geziret Aswan, posta nel Nilo di fronte ad Assuan, presso la prima cateratta del fiume, al confine con la Nubia. Ad Elephantina, antico centro del culto del dio Khunum, regolatore delle piene del Nilo, sono state rinvenute numerose iscrizioni dell’Antico Regno, sino all’epoca saitica, ed i resti di un tempio dedicato a Khunum da Alessandro II. Altri templi peripteri vi furono edificati dai faraoni Amenophis III e Tuthmosis III. Alcuni papiri in aramaico (V secolo a.C.) testimoniano la presenza di una colonia militare ebraica, in epoca anteriore alla conquista persiana. Da Elephantina provenivano il granito grigio e quello rosa, impiegati per la scultura delle statue reali.
Eletti: Denominazione data nell’Antico Testamento agli israeliti, quali Eletti del Signore. Con lo stesso nome il Nuovo Testamento designa invece tutti i Cristiani.
Eleusini: I Misteri Eleusini erano riti religiosi dell’antica Grecia, che si celebravano ad Eleusi, un villaggio nei pressi di Atene, in onore di Demetra (la latina Cerere), dea della Terra, e della figlia Persefone. Sarebbero stati istituiti da Orfeo, ad imitazione dei misteri egizi della dea Iside. Essi si suddividevano in “Piccoli Misteri“, celebrati nel mese di Antesterione (febbraio-marzo) come preparazione ai “Grandi Misteri”, celebrati sei mesi dopo nel mese di Boedromione (settembre-ottobre).
L’iniziazione eleusina comprendeva due riti: il primo detto della “Comunione” ed il secondo denominato “Generazione“. Il primo era preceduto da un digiuno purificatore di nove giorni, durante il quale l’aspirante si nutriva bevendo esclusivamente una bevanda sacra fatta di erbe. Gli iniziati ai Misteri E. si distinguevano in “Mystis”, praticanti i Piccoli Misteri, ed in “Epopti” che praticavano i Grandi Misteri. Le cerimonie eleusine duravano dai due ai nove giorni, con offerte agli dei nel circolo locale ed in altri templi, e danze all’aria aperta effettuate a lume di torcia.
I veri rituali mistici erano invece praticati in una sala oblunga, a cui avevano accesso solo gli iniziati ai misteri minori. Ogni lato della sala era arredato con sedili per gli spettatori, sistemati ad anfiteatro, mentre nel centro vi era una piattaforma sopraelevata. Si sa ben poco di affidabile sui riti celebrati, poiché il segreto che li avvolgeva era assolutamente impenetrabile. É invece risaputo che i misteri E. non pretendevano di impartire lezioni su una particolare dottrina esoterica coinvolgente la vita futura. Non importava molto quanto vi si diceva, ma ciò che si faceva. Non si trattava quindi di istruzioni, ma di impressioni.