Oggi voglio tornare a parlarvi de “Il manicomio di Aguscello” in provincia di Ferrara, un ex ospedale psichiatrico infantile abbandonato, molto probabilmente, anzi sicuramente infestato da entità spiritiche.
Secondo alcuni specialisti del settore, questo manicomio brulica delle anime dei piccoli pazienti che erano ricoverati lì e che tutt’ora vagano senza pace, a causa degli orribili esperimenti che conducevano su di loro. All’interno dell’ospedale si praticava l’elettroshock, che fu sviluppata e introdotta negli anni ’30.
Ma torniamo indietro nel tempo perché già nel 1749 si ha notizia che una chiesa sorgeva proprio lì. In una intervista fatta dal giornale Lanuovaferrara, Luigi Fabbri, che risiede ad Aguscello da oltre 40 anni ha detto:
«Prima di costruire l’edificio immerso nel verde della campagna le autorità sanitarie visitarono il luogo e fecero diversi sopralluoghi per trovare il punto esatto dove la circolazione dell’aria e il ricambio della stessa fosse ottimale, proprio per consentire ai piccoli pazienti una migliore ossigenazione. Ma ora è tutto diroccato, pericolante. Un pezzo della nostra storia che si sta sgretolando come i muri dell’ospedale. Ma mi meraviglio come una struttura così imponente non potesse essere recuperata e adibita a ricovero di anziani o altro».
In quel maledetto ex ospedale, un tempo i bambini vivaci venivano rinchiusi nella struttura di proprietà della Croce Rossa Italiana, insieme a bambini affetti da tubercolosi. Per diversi anni, questo manicomio è stato sede di messe nere e riti occulti, alcuni volti ad infastidire queste povere anime perse. Secondo i residenti, i piccoli ospiti dell’istituto morirono pochi anni prima della chiusura, per cause che ancora non sono state accertate.
Secondo alcune teorie sarebbe stato un incendio divampato dal locale caldaie, altri parlano di un’improvvisa misteriosa epidemia o di una strage compiuta da un pazzo. Rimane il fatto che questi bambini subivano terapie e trattamenti orribili da parte del personale e tra l’altro esisterebbe persino una fossa comune al centro dell’edificio dove venivano gettati i corpi dei piccoli.
La notte, fra le rovine dell’ospedale, si sentono, secondo alcuni residenti, i pianti disperati dei bambini.